NAPOLI – «Non lo rifarei», al termine di uno sfogo durato un’ora al circolo dell’Idv “Valori Flegrei” nel cuore di Soccavo l’ormai ex assessore allo Sport Pina Tommasielli – coinvoltra in una inchiesta su multe che sarebbero state cancellate al cognato sindaco e alla sorella – fa marcia indietro. Ferma restando la professione di innocenza sul tema, la Tomamsielli ammette che alla fine si è trattato di una impedonabile leggerezza. «Mio cognato è sindaco e giudice – dice la Tommasielli – il ricorso non lo pagava nemmeno mi ha chiesto di verificare se la missione dei sindaci a Napoli lo esentava dal pagamento delle multei per avere passato nelle zone a traffico limitato. Ho chiesto al mio ufficio di verificare e non ne ho saputo più nulla. Ma è bene precisare che il mio staff e i compeonenti del mio uffici sono al di sopra di ognoi sospetto».
Una Tommasielli che attacca duramente il sindaco: “Siamo tutti poco arancioni o non lo siamo più. Mi dimetto non per le multe ma per un vero e proprio mobbing politico nei miei confronti e per non creare imbarazzi a De Magistris, voglio che questa giunta viva. Ma tra dimettermi ridendo e amministrare galleggiando preferisco la prima soluzione. C’è stato un cambio di linea politica, il sindacio ha la necessità di aprrie alle forze più tradizionali, io sono l’agnello sacrificale”. L’ex assessore è una furia e mentre legge il lungo documento si commuove e riceve applausi dalla gente del suo quartiere che è accorsa per salutarla.
“La giunta sta diventando un rimpastificio. Ormai il Consiglio comunale è frammentato o, in gruppi e gruppetti , c’è chi si affanna per strapuntino in una partecipata, l’esecutivo cittadino rischia di diventare un vero e proprio rimpastificio…”. Quindi l’affondo contro il vicesindaco Tommaso Sodano: “Forse la storia delle multe, che spero si chiarisca al più presto, è più grave di alte inchieste indirizzate ad altri colleghi? L’allusione al vicesindaco sotto inchiesta per una consulenza è chiarisisma. Quindi l’attiacco ad Aurelio De Laurentiis: “Faccio l’assessore allo Sport ma mi è stato chiesto di non occuparmi del San Paolo. Se ne occupa il gabinetto del sindaco Io di fianco al presidente non mi sarei mai seduta. Lui deve pagare prima i debiti per 5 milioni e fare la transazione e quindi parlare dello stadio”.