” Vorrei inviare la mia solidarietà istituzionale e politica a Luca Lotti. Nei suoi confronti un atto vile che sporca l’immagine della nostra città e della nostra battaglia quotidiana in politica e nelle istituzioni. Ma che alza ancora più l’allerta su l’emergenza sanità in Campania verso quel cambio di passo che aspettavamo tutti, ma lo aspettavano soprattutto migliaia di utenti- lo dichiara Antonella Ciaramella in una nota- I 30 milioni del «messaggino di Lotti>>ormai non sono più un mistero, erano i soldi che il presidente della Regione avrebbe voluto stanziare per coprire, fino al 31 dicembre, le prestazioni rivolte a malati oncologici, diabetici, disabili. Questo perché i calcoli sono stati sbagliati, i soldi sono finiti e la gente non può curarsi. O peggio: per farlo, deve pagare di tasca propria. De Luca aveva trovato una soluzione per non interrompere le prestazioni come accade ormai da anni. E ancora, i laboratori di analisi della Campania rischiano di chiudere perché li si vuole costringere a cancellare l’esperienza di una vita e fondersi al “megalaboratorio” di qualcun altro con spregio di sè e delle persone che rimarrebbero senza lavoro. A chi hanno dato ascolto i commissari che invece si sono rivelati sordi e distanti a tutto ciò? i cittadini che non possono curarsi come possono giudicare ad esempio le scelte cavillose di una clausola di rinuncia ai diritti legali dei convenzionati se non come una cinica azione contabile sulla propria pelle? E anche lì De Luca ha dovuto combattere. Il sentimento verso il commissariamento slegato dalla sensibilità e responsabilità politica e la conoscenza del territorio basta raccoglierlo per strada! Questo sì che mi sembra regime:Non poter criticare la burocrazia e trasformare in complotti i dialoghi normali e necessari tra chi nella legittima veste istituzionale cerca di rispondere ai bisogni trovando e allocando risorse! De Luca e tutti noi ci battiamo per i nostri cittadini e vedere un disabile che soffre perché non puoi dargli risorse o un anziano che rischia di morire perché non può curarsi o un bambino perché non può vaccinarsi non fa certo uscire fiori dalla bocca e dall’anima, bensì rabbia tanta rabbia che un un personaggio pubblico deve imparare a controllare, certo, ma se in pubblico è doveroso non sempre in privato ci si riesce”

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