La Commissione Patrimonio, presieduta da Vincenzo Varriale, ha svolto oggi la sua terza riunione sugli aspetti del Patrimonio in vista della seduta monotematica del Consiglio sull’argomento. Alla riunione ha partecipato l’Assessore al Patrimonio Fucito il quale ha innanzitutto illustrato l’iniziativa dell’amministrazione su Federalismo demaniale e accrescimento del patrimonio immobiliare del Comune.
In base al Decreto del Fare di dicembre 2013, che consentiva ai Comuni di richiedere e acquisire beni demaniali (esclusi quelli storici e del demanio marittimo), il Comune di Napoli ha richiesto 391 beni. I beni comprendono aree libere e cave (per le quali la procedura ha già avuto esito positivo) oltre a immobili di rilievo, chiese, i beni immobili di Nisida, le caserme ecc. Grazie alla consulenza della Fondazione Patrimonio dell’Associazione Comuni d’Italia, questi beni potranno essere valorizzati trasformandosi in un vantaggio per l’amministrazione. Ai beni del demanio, si affiancano gli 8 beni di valore (tra questi, il San Carlo, l’Ospedale militare, il palazzetto borbonico nel parco di Capodimonte) che l’assessore all’urbanistica ha richiesto nell’ambito del progetto centro Storico Unesco. Per rafforzare il percorso che porterà alla gestione pubblica del patrimonio, il Comune ha intrapreso anche altre iniziative, come la richiesta di 800 alloggi di proprietà dello Stato – oggi gestiti da IACP – che il Comune avrebbe potuto già acquisire negli anni scorsi e che invece non furono richiesti, limitandosi il Comune ad acquisire i soli alloggi del rione De Gasperi. Completano il quadro delle acquisizioni, i beni ex Eca: si tratta di 151 appartamenti medio piccoli, di proprietà dell’ente disciolto, che possono garantire al Comune proventi annui per 448mila euro. In base ai calcoli del Comune, una volta risolti anche i problemi interpretativi che in un primo momento si erano manifestati, anche nei rapporti con il Commissario nominato dalla Regione, l’acquisizione rappresenta un indubbio vantaggio per il Comune che potrà riscuotere i canoni e in ogni caso diventare proprietario di un insieme di immobili il cui valore catastale ammonta a 5 milioni e 800mila euro.
I consiglieri intervenuti si sono espressi: per una attenta valutazione delle condizioni degli immobili da acquisire al patrimonio per evitare che alti costi di ristrutturazione si trasformino in un onere per il Comune piuttosto che in un vantaggio e per l’organizzazione di un incontro con l’IACP allo scopo di risolvere le problematiche ancora sospese (Fellico); positivamente sulle operazioni di acquisizione, con la proposta di utilizzare i beni acquisiti per eliminare i fitti passivi, soprattutto quelli a carico delle partecipate (Lebro); per una verifica puntuale della corretta utilizzazione dei beni ad uso non abitativo concessi alle associazioni per utilizzare i proventi della loro messa a reddito per interventi di carattere sociale a favore delle attività commerciali in crisi (Attanasio); per dare risposta all’annoso problema delle occupazioni abusive di locali commerciali da parte di famiglie che vivono in condizioni di degrado nell’ambito dell’Ottava Municipalità, denunciando l’inerzia finora manifestata dall’amministrazione (Guangi).
Sui problemi sollevati negli interventi, l’assessore Fucito ha riferito che è in corso un approfondito lavoro, sia per l’eliminazione dei fitti passivi ed una migliore e più funzionale distribuzione delle sedi degli uffici comunali e delle società partecipate che per un controllo puntuale della situazione dei 1500 locali ad uso non abitativo di proprietà del Comune, argomenti che saranno oggetto di approfondimento in apposite riunioni della Commissione Patrimonio, come ha assicurato il presidente Varriale, sempre in vista della monotematica del Consiglio sul tema.