“Occorre che Caldoro riveda il decreto 109 riguardante la riorganizzazione della rete dei laboratori privati e, in particolare, l’obbligo per le strutture più piccole di associarsi”. Così dichiara il capogruppo regionale del Pd, Raffaele Topo, che spiega:

“La rete adottata dalla Regione prevede che tutti i laboratori di Analisi Cliniche che hanno erogato un numero di prestazioni, nell’ultimo quinquennio, inferiore a 70.000, indipendentemente dalla loro classificazione, debbano associarsi. Ciò schiaccia di fatto i piccoli laboratori, con il rischio concreto di perdere circa 1500 posti di lavoro, mortificando la professionalità di migliaia di specialisti e un patrimonio presente su tutto il territorio”. ”Inoltre – aggiunge Topo – proprio perché si cancella questa presenza capillare sul territorio, potrebbero sorgere problemi riguardanti la gestione dei prelievi, ad esempio del sangue, il trasporto e, connesso ad esso, le varie questioni logistiche pur previste dal decreto, a discapito della sicurezza, della qualità delle prestazioni e del rapporto fiduciario che spesso si crea sui territori tra utente e laboratorio. Nessuno mette in discussione l’esigenza di riorganizzare la rete, ma va utilizzata con intelligenza l’autonomia regionale”. “Con questo provvedimento invece – denuncia Topo – non c’è alcuna riduzione di spesa, ma solo l’accentramento in laboratori centrali di tutto il budget regionale. A parità di costo delle prestazioni – conclude il capogruppo del Pd – è necessario tutelare la rete dei laboratori sul territorio, prevedendo non l’obbligo, ma solo la facoltà di potersi aggregare”.

 

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