A Quarto il M5S “ha espulso De Robbio prima ancora che fosse indagato ed oggi è parte lesa. Fa francamente ridere che sia il Pd, che con la mafia ci è andato a braccetto finora, a ergersi a cattedra morale della politica”. Abbia la decenza di restare in silenzio”. Così il M5S sul caso delle intercettazioni a Quarto. “Fa francamente ridere che sia il Pd a ergersi a cattedra morale della politica, un partito che è persino stato in grado di sostenere un condannato come De Luca alla presidenza della Regione Campania in una lista-ammucchiata sostenuta da Ciriaco De Mita. Fa ridere sì, che sia il Pd, che oggi ha fatto della questione morale una reliquia, ad avanzare lezioni di trasparenza nei confronti dell’unica forza politica onesta e pulita, qual è il M5S”, si legge nella nota del Movimento sulla vicenda della cittadina campana. “Per non parlare di Orfini – aggiungono i parlamentari pentastellati – colpevole non solo di aver trascinato Roma nel fosso, ma soprattutto di aver difeso fino all’ultimo l’ex presidente Pd di Ostia Andrea Tassone nonostante – come lui stesso dichiarò – avesse avuto contezza ben prima della magistratura dei suoi legami con i clan mafiosi del litorale. “Dal 91 ad oggi circa un centinaio di Comuni, se non di più, sotto l’amministrazione di centrosinistra sono stati sciolti e commissariati per infiltrazioni mafiose ed hanno anche il coraggio di parlare, di dispensare lezioni di democrazia”, rimarca ancora il M5S che, sulla vicenda Quarto, sottolinea: “La verità è che sono decenni che la mafia prova a infiltrarsi nella politica e quando ha incontrato Forza Italia e il Pd ci ha fatto affari, piazzando anche i suoi uomini in Parlamento. Quando ha provato ad avvicinarsi al M5S è stata messa alla porta. Questo è accaduto a Quarto, dove il M5S ha espulso De Robbio prima ancora che fosse indagato ed oggi è parte lesa. Questa è la grande differenza tra una forza di cittadini onesti e puliti come il 5 Stelle e la vecchia classe politica: noi – conclude la nota – camminiamo a testa alta, loro dovrebbero avere almeno la decenza di restare in silenzio”.