“Comprendiamo e condividiamo le esigenze di risparmio per il bilancio dello Stato ma la chiusura della sede principale napoletana dell’Autorità Garante per le comunicazioni non comporterebbe alcun vantaggio economico e, anzi, depaupererebbe la nostra regione di un indubbio centro d’eccellenza e rappresenterebbe, piuttosto, un ulteriore e grave schiaffo al Meridione che vedrebbe così scipparsi l’unica Istituzione di carattere nazionale esistente al Sud”. Camilla Sgambato, deputata del Partito Democratico, è la prima firmataria alla Camera della proposta di modifica dell’art.22 del Decreto Legge 90/2014 che, al nono comma, prevede l’unificazione delle sedi delle Autorità competenti e, dunque, la chiusura della sede legale napoletana dell’Agcom. Nella proposta, che al Senato vede prima firmataria la senatrice Pd Angelica Saggese, si argomenta come le spese di funzionamento dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni siano coperte annualmente attraverso il contributo versato dagli operatori del settore vigilato e, dunque, la chiusura della sede principale napoletana dell’Autorità non comporterebbe alcun vantaggio economico per il bilancio statale. “In più – ricorda l’onorevole Sgambato – è stata la stessa Agenzia ad annunciare di recente la volontà di ridurre le spese utilizzando per la sede lavorativa un immobile del Demanio individuato proprio a Napoli”. A sostegno della modifica, il documento siglato da Camilla Sgambato ricorda, piuttosto, “i vantaggi in termini di entrate fiscali per la Regione Campania (l’Agcom versa per IRAP circa 3.500.000,00 Euro) e tributi al Comune di Napoli che ammontano a circa 200.00,00 Euro, senza tener conto di ciò che versano i dipendenti napoletani a Regione e Comune, che – si legge nella proposta che sta raccogliendo decine di adesioni tra i parlamentari – in caso di trasferimenti in altra sede verrebbe sottratto a favore della Regione Lazio e del Comune di Roma”. “Il nostro obiettivo – spiega ancora la parlamentare – è scongiurare la prospettiva di un trasferimento forzoso, inefficiente ed iniquo di circa 400 lavoratori e relative famiglie dalle sedi di Torino, Milano e Napoli delle rispettive Autorità e di lasciare, invece, a Napoli quello che è ormai un importante punto di riferimento per tutti gli operatori del settore delle comunicazioni che, non a caso, hanno scelto questa città per le loro principali sedi aziendali. Bene farebbe il Governo – conclude Camilla Sgambato – a pretendere una maggiore accuratezza nella spesa con una drastica riduzione di consulenze ed esternalizzazioni di attività che sono proprie dell’Agcom: così non solo si potrebbe conservare e valorizzare la sede napoletana ma, soprattutto, si garantirebbe un incremento di posti di lavoro per la Campania e per il Mezzogiorno”.