NAPOLI – In Commissione Patrimonio, presieduta da Vincenzo Varriale, si è discusso oggi, alla presenza dell’assessore al Patrimonio Fucito, della mozione relativa agli alloggi occupati dagli ex custodi comunali che, all’ordine dei lavori dell’ultima seduta del Consiglio, era stata da questo rinviata all’esame della Commissione competente. Il problema, ha ricordato il presidente Varriale introducendo la riunione, era stato più volte affrontato dalla Commissione.

L’assessore Fucito ha in apertura sollecitato anche il parere della Commissione su alcune altre problematiche che devono presto arrivare all’attenzione del Consiglio, come quella dell’assegnazione di una struttura, nell’ambito del Piano per Scampia, ad una associazione che si occupa dell’integrazione dei Rom, e quello dello stralcio di Villa Medusa, che ospita tra l’altro un centro per anziani, dall’elenco del patrimonio in dismissione. Sulla vicenda degli alloggi degli ex custodi comunali, sui quali la mozione presentata sollecita un intervento in considerazione delle situazioni di difficoltà in cui potrebbero trovarsi i nuclei familiari soggetti allo sgombero forzato, soprattutto nei casi in cui siano presenti minori, disabili, e condizioni economiche disagiate, l’assessore ha ricapitolato la vicenda ricordando che il piano degli sgomberi da eseguire è stato predisposto nel 2012, che riguarda 141 alloggi di servizio (presso scuole e altre strutture comunali) a disposizione di custodi poi andati in pensione o deceduti. Come già riferito in Consiglio (lo scorso 15 luglio), dopo un parere dell’Avvocatura comunale, che su un singolo caso di sgombero aveva segnalato la necessità di usare cautela, e a seguito di una preventiva consultazione con la stessa Avvocatura e con il Segretario Generale, l’amministrazione ha la possibilità di emanare un provvedimento di rivisitazione della procedura, in sintonia con il Consiglio che ne ha sottolineato l’urgenza, a condizione che questo sia fondato su alcuni presupposti, in particolare garantisca un aumento delle entrate dell’Ente, come prescritto dalla Corte dei Conti, vengano liberate le strutture necessarie allo svolgimento di funzioni pubbliche e si eviti l’insorgere di nuove emergenze abitative, sanzionando nel contempo casi, accertati, di veri e propri abusi.

I consiglieri intervenuti hanno sottolineato: in considerazione della complessità della vicenda, la necessità di fare una attenta valutazione caso per caso ed una verifica della indispensabilità dei locali dichiarata dalle scuole (Fellico); l’urgenza di intervenire in merito e, non potendo considerare tali alloggi alla stregua di alloggi di edilizia residenziale pubblica, l’ipotesi di applicare forme contrattuali a tempo e che garantiscano il recupero delle morosità (Antonio Borriello); la opportunità di una valutazione caso per caso delle situazioni e, su Villa Medusa, la condivisione della scelta di sottrarla al patrimonio in vendita (Coccia); in considerazione della necessità di ristabilire in città un sistema di normalità, valutare le soluzioni possibili, come una gradualità degli sgomberi, tenendo ferma, in ogni caso, la salvaguardia della funzione pubblica delle strutture (Grimaldi); affrontare con equilibrio una situazione incancrenitasi per l’inerzia amministrativa accumulatasi negli anni, innanzitutto sulla base di un censimento logistico, che individui le strutture che possono essere scorporate, e poi delle condizioni socio economiche degli occupanti (Santoro); garantire, come si è verificato in altri casi, ad esempio in quello degli sgomberati di Piazza Neghelli, una verifica puntuale tesa ad accertare la reale sussistenza di aventi diritto (Schiano); l’urgenza di rimediare a situazioni di promiscuità per esigenze di sicurezza e organizzative delle scuole (Pace); la necessità di procedere ad un censimento su tutti gli alloggi elencati evitando discriminazioni (Guangi).

A seguito dell’approfondimento odierno, la mozione, riformulata in alcuni suoi punti, tornerà presto all’esame del Consiglio.

 

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