“Un’occasione mancata”, un “provvedimento spot”. Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, parla così del decreto Terra dei Fuochi e dice: “avevamo cominciato bene, poi il ministro Orlando ha fatto un decreto legge che non contiene quasi niente di quanto approvato in Parlamento”. A Napoli per chiedere ai cittadini di presentare emendamenti al decreto, Di Maio ricorda che “a novembre avevano portato alla Camera dei deputati il tema della Terra dei fuochi, approvato mozioni, un atto di indirizzo che coinvolgeva tutte le forze politiche”.
Eppure “nel decreto non c’è quasi niente”. Dal suo punto di vista “si apre il problema, prima di tutto, di quale considerazione abbia il Governo del Parlamento e dei parlamentari, compresi quelli di maggioranza che a questo punto non contano molto”. “Nel provvedimento ci sono poche cose e quello che c’è è molto pericoloso – ha aggiunto – perché si stanziano pochi soldi e li si lasciano a un comitato fatto esclusivamente da forze politiche”. Quello che Di Maio definisce il “pericolo principale” è che “ci ritroviamo nella stessa situazione di quando Bassolino ha sperperato miliardi di lire”. “Inoltre – ha sottolineato – non c’è alcun tipo di controllo sulla popolazione per dare verità alla gente della Campania”. “La parola d’ordine deve essere sostenibilità, dobbiamo dare provvedimenti a questa terra che siano sostenibili – ha concluso – qualcosa che si possa mantenere. Non è che facciamo venire l’esercito qui per un paio di mesi e poi se ne va”.