Con l’intervento alla direzione nazionale del Partito democratico Vincenzo De Luca, almeno leggendo le ricostruzioni dei grandi giornali, si è candidato ad essere l’uomo di Renzi nel Mezzogiorno. Si preannuncia, però, un importante braccio di ferro tra governo e Palazzo Santa Lucia. E il tema non è di poco conto. Il Fatto, sul numero pubblicato ieri, ha portato alla luce il piano del governo che prevede la realizzazione di dodici inceneritori su tutto il territorio nazionale. Uno di questi impianti è previsto in Campania. Ma De Luca nel corso dell’ultima, vincente, campagna elettorale ha sbandierato in lungo e in largo la sua contrarietà all’impianto che dovrebbe contribuire a smaltire i milioni di ecoballe stoccati in giro per la Campania ma soprattutto a Teverna del Re, nella pian giuglianese al confine con Villa Literno. Roma, quindi, potrebbe togliere al governatore campano uno dei suoi cavalli di battaglia e risvegliare il fronte ambientalista che è da sempre contrario agli impianti di termodistruzione dei rifiuti, considerati obsoleti e inquinanti. Inoltre, nel piano presentato dalla Campania all’Unione Europea per evitare ulteriori sanzioni non sono previsti inceneritori. Al momento c’è però in ballo il progetto di realizzare un inceneritore a Giugliano, quello originariamente previsto a Napoli Est. Ma la gara è andata più volte deserta. E potrebbe tornare in auge l’idea di costruirne uno a Salerno, la città di De Luca. L’ex sindaco negli anni scorsi, quando Acerra non decollava, aveva più volte manifestato la sua disponibilità a ospitare questo tipo di impianto sul modello delle città del nord. Ma oggi è tutto diverso tanto che l’assessore regionale all’ambiente Fulvio Bonavitacola, braccio destro di De Luca, ha spiegato che cercherà di far capire al governo che alla Campania non serve un secondo impianto di incenerimento dei rifiuti e che ci sono alternative già pronte ad essere sfruttate e quindi più funzionali alla situazione regionale. Sullo sfondo c’è la promessa di Renzi di eliminare tutte le ecoballe in tre anni. Come, lo capiremo presto.

Angelo Golia

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