Tra le prime reazioni al ritiro delle dimissioni del sindaco Vincenzo Gaudino registriamo quella del consigliere d’opposizione Tonino Russo. L’esponente della minoranza ha pubblicato sul suo profilo Fb un lungo post. Eccolo riportato integralmente.
“La nuova Orta doveva iniziare l’otto novembre con la nuova amministrazione eletta dal popolo sovrano, e che doveva cambiare tutto, con a capo il sindaco Gaudino e subito accanto il vicesindaco concordato a tavolino V. Tosti, i quali tra l’altro già per motivi diciamo di residenza e vita sociale non hanno alta percentuale di esperienza sia di vita vissuta nel nostro paese e di conseguenza dei problemi che esso ha, infatti uno è venuto a viverci in tarda età (Tosti) l’altro se n’è andato da Orta in giovane età e vive tuttora altrove. Ma entrambi sono stati eletti, o meglio NOMINATI da altri politici locali i quali evidentemente avevano visto in loro grandi doti, dunque li hanno erti a grandi salvatori della patria. Naturalmente in molti e un po’ anche lo scrivente aveva quasi pensato che se questi due senza alcun consenso personale (non credo sarebbero stati eletti nel caso si fossero candidati come semplici consiglieri) venivano portati, come il nostro amatissimo San Salvatore, sulle spalle, forse qualche qualità ci doveva pur essere? Evidentemente non era così, e lo dice uno che in seno al consiglio comunale e anche nei pochi incontri ravvicinati con i salvatori ha avuto sempre atteggiamenti tolleranti, dandogli tempo, evitando sempre critiche affrettate, addirittura allungando il famoso ramoscello d’ulivo su talune questioni, sempre per il bene del paese, oltre che consigliando loro maggior condivisione dei problemi, perché vedete, il progresso, la civiltà e le migliori democrazie si basano sulla intelligenza collettiva e non sull’autarchia di pochi cervelli. Hanno invece ( nonostante nominati e non eletti con merito personale) dimostrato un atteggiamento autarchico, direi di natura caratteriale o come direbbero i politici navigati: strutturale.
Orbene circa 20 giorni fa, e anche un po’ prima per la verità, iniziano a volare gli stracci dalle finestre del palazzo di maggioranza, veramente già subito dopo l’otto novembre si sentivano già le grida e i litigi. Comunque con un documento ufficiale i Democratici e i Riformisti annunciarono l’appoggio esterno a Gaudino. Per intenderci i Democratici e i Riformisti sono quelli che dal primo bastone in poi avevano portato il santo sulle spalle per farlo arrivare dove poi è arrivato.
Molte voci di corridoio già da sotto Natale riferivano delle urla e del quasi levar di mani tra i portatori di santi e il santo medesimo. In effetti pare che il santo si sia accorto che i suoi portatori non erano immacolati e pertanto non più degni di stare alla sua corte. Alcuni cantastorie raccontano che la storia è un po’ diversa, in effetti pare che questi già ben sapeva da principio con chi avesse a che fare, la frequentazione risaliva a tempi addietro, addirittura pare che li conoscesse molto bene anche per motivi professionali, ma comunque sta di fatto che il ruolo lo voleva a tutti i costi e pertanto fece finta di niente, salvo poi una volta ottenuto ricordarsi come per incanto che questi non erano più puri come immaginava.
Le dimissione del 7 marzo vengono giustificate dal sindaco con la motivazione di contrasti con i suddetti portatori (Democratici e i Riformisti). Subito i suoi più stretti alleati poltronati, ovvero i Tostiani e i Dimicchiani, si schierano a protezione del palazzo e dello stesso sindaco e delle proprie poltrone, e additano con un veemente documento i portatori di santi di esser brutti e cattivi. Trascorrono i 20 giorni in un silenzio assoluto. Rispetto alla più volte decantata trasparenza, evidentemente solo professata e mai praticata da parte dell’attuale maggioranza amministrativa, sia i cittadini sia i cosiddetti addetti ai lavori sono stati tenuti all’oscuro di tutto ciò che è o che non è avvenuto in questi 20 giorni di crisi amministrativa e di trattative per far rientrare la crisi.
26 marzo, verso il mezzodì, il sindaco ritira le dimissioni. Punto. Tutto qua la storia”.