Divide et impera. Fabio Di Micco indossa gli abiti di Giulio Cesare. Ma, ahilui, non possiede il physique du rôle. E soprattutto è sprovvisto di un nutrito esercito. Alle elezioni amministrative la lista Orta in Movimento ha ottenuto il minimo sindacale. Il raggruppamento promosso dal senatore ex 5 Stelle si è dovuto accontentare di due soli scranni in assise. Tra le forze di governo è il fanalino di coda. I Democratici e Riformisti hanno eletto ben 5 consiglieri comunali. Città Visibile tre. Sulla scorta dell’esito elettorale Orta in Movimento ha portato a casa nell’ambito della spartizione politica il presidente del civico consesso (eletto Antonio Carbisiero, fedelissimo di Di Micco). Il Collettivo ha ottenuto due assessori, di cui uno con la delega di vicesindaco (Vincenzo Tosti e Marilena Belardo). In quota del sindaco Vincenzo Gaudino è entrato in giunta Pasquale Del Prete. Due posti nell’esecutivo sono ancora vacanti. La crisi della maggioranza è scoppiata proprio per le poltrone. Nella fase delle trattative i Dem e Riformisti hanno rivendicato tre posti di potere: due assessorati e la presidenza dell’Acquedotti. Da qui la rottura con Gaudino. Il primo cittadino infatti non ha voluto cedere il timone della società idrica a Gianfranco Piccirillo o a un nome indicato da lui. Cosa buona e giusta. Mentre ha dato la disponibilità a concedere due assessorati. Il nodo Acquedotti ha bloccato la formazione della squadra di governo. Al punto che Gaudino ha nominato una giunta monca. La situazione è poi scappata di mano a tutte le componenti del centrosinistra. Ed è scoppiata la guerra a suon di documenti al vetriolo. I Dem e Riformisti hanno dato fuoco alle ceneri annunciando l’appoggio esterno alla maggioranza. Città Visibile e Orta in Movimento a braccetto hanno sganciato bombe a grappolo contro gli (ex) alleati. Sono volate parole grosse. Uno scambio di accuse pesantissime.

Gennaro Oliviero

All’ultima seduta consiliare tre consiglieri dei Dem e Riformisti (Adriana Cinquegrana, Antonino Santillo e Michele De Micco) hanno disertato il civico consesso in segno di protesta. A stretto giro di posta Gaudino ha rassegnato le dimissioni. Le ha revocate poco prima che diventassero irrevocabili. Ma la crisi è tutt’altro che superata. In città ha fatto tappa Gennaro Oliviero. Il presidente del consiglio regionale della Campania ha avuto un faccia a faccia con i dissidenti. Sembra che il suo intervento abbia avuto esito positivo. Oliviero ha ottenuto dai ribelli una tregua. Come si chiuderà la crisi? Probabilmente i Dem e Riformisti non indicheranno nomi per non fare la figuraccia di quelli che hanno fatto tutto questo casino per le poltrone. I posti vacanti nell’esecutivo potrebbero essere occupati da due assessori con la scadenza breve di 6 mesi. Solo allora Dem e Riformisti faranno il loro ingresso in giunta con nomi rappresentativi della lista (interni o esterni). Una exit strategy che non piace a Di Micco. Il senatore vorrebbe approfittare della crisi per dare una zampata agli alleati riottosi. Sogna di ottenere anche un assessorato. Chi sarebbe il fortunato? Stando a voci di corridoio lo stesso Di Micco. Che otterrebbe due piccioni con una fava. Da un lato un posto in più nel palazzo del potere, dall’altro non rischierebbe di tornare a lavorare lontano da casa una volta finita l’esperienza di parlamentare. In combutta con Città Visibile il senatore sta battendo il ferro finché è caldo. Vorrebbe spaccare i Democratici e Riformisti con la nascita di un gruppo consiliare a tre formato da Luca Mozzillo, Francesco Tessitore e Michele De Micco. Un modo per far fuori Cinquegrana e Santillo. E indebolire il partito di maggioranza relativa. Alla fine della fiera Movimento per Orta e Città Visibile uscirebbero ancora più rafforzati. Mentre i Dem e Riformisti finirebbero nell’angolo. Di Micco sta usando il piccone. Pretende che gli (ex) alleati si rimangino il documento dell’appoggio esterno. Vorrebbe umiliarli. Per relegarli a un ruolo subalterno. Riuscirà il nostro eroe nell’impresa? Difficile dirlo. Con la perdita di due pezzi (Cinquegrana e Santillo) il sindaco Gaudino conterebbe su una maggioranza risicata. Non solo. Una soluzione del genere non sarebbe per nulla gradita a Oliviero. Che, come detto, vuole la pace su tutti i fronti. In caso contrario anche Tessitore, Mozzillo e De Micco si smarcherebbero dalla coalizione di governo ricongiungendosi con Cinquegrana e Santillo. Mancherebbero all’appello 5 consiglieri. Addio maggioranza. Gaudino a casa. Stavolta per davvero.

Mario De Michele

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