L’asilo comunale Don Milani a due passi dal ripetitore telefonico

Che ai dipendenti comunali sfugga una segnalazione certificata di inizio attività per realizzare in un cortile privato una piccola tettoia per l’auto ci può stare. Se invece gli uffici competenti non si accorgono di una Scia per l’istallazione di antenna telefonica a pochi passi da un asilo non si può invocare l’attenuante della disattenzione. Non regge la scusante della carenza di personale. Significa che l’ente locale è allo sbando. Peggio ancora, nel caso di specie, che l’amministrazione tutela gli interessi dei privati a danno di quelli collettivi. Vuol dire che la salute dei bambini e degli operatori scolastici del Don Milani vale meno dei soliti affari dei soliti imprenditori. E qui il problema è politico, oltre che tecnico-amministrativo. Dopo un anno e mezzo di mandato il sindaco Antonino Santillo e la squadra di governo non hanno messo in campo uno straccio di “idea di città”. Manca una visione complessiva. Non c’è programmazione, nemmeno a breve termine. La giunta non è riuscita neppure a garantire l’ordinario, basti guardare le condizioni di strade ed edifici scolastici e la raccolta dei rifiuti da terzo mondo. Sul servizio di igiene urbana Santillo e Pasquale Pellino hanno avuto pure il coraggio di accampare scuse. L’assessore all’Ambiente dovrebbe dimettersi per davvero, non per finta continuando a intascare ogni mese il cospicuo stipendio pagato dagli ortesi.

L’antenna a ridosso del Fabuale

Torniamo al ripetitore sorto nell’area parcheggio del Fabulae. Tra l’incredulità dei cittadini sabato scorso è stato issato l’obelisco “tossico”, praticamente a ridosso dell’entrata del centro commerciale (poveri dipendenti e acquirenti) e in un’area dove si svolge il mercato settimanale (poveri commercianti e clienti). Non solo. Come detto, a pochissimi metri c’è un asilo comunale. “Com’è possibile?” Questa la domanda che gira di casa in casa da allora. “Che altro ha combinato l’esecutivo Santillo”, si sono chiesti un po’ tutti. La risposta? “Non ne sapevamo nulla”, dicono informalmente alcuni amministratori locali. Se sapevano e non sono intervenuti dovrebbero dimettersi in blocco. Se non sapevano dovrebbero dimettersi in blocco due volte. Che ci stanno a fare? Da quanto si apprende, l’stanza dei privati per installare l’antenna risale all’estate scorsa. La normativa assegna al comune 60 giorni per opporsi fornendo una motivazione. Una ragione più che plausibile per dire “no” c’era, eccome. La presenza dell’asilo. Ma dal municipio nessuno ha mosso un dito, incluso l’assessore all’Urbanistica Tonino Russo. E allo scadere dei due mesi è scattato il silenzio-assenso. Quindi è stato possibile innalzare al cielo il ripetitore. Dopo la rivolta social e i sospetti diffusi sul confezionamento di un “babà con la crema” il comune starebbe per adottare un’ordinanza per bloccare il proseguimento dei lavori. Provvedimento inutile e strumentale. Chiudere i cancelli quando i buoi sono usciti è solo un modo indecente per gettare fumo negli occhi. La frittata è fatta. Santillo e company avessero il coraggio di dirlo. Con il silenzio-assenso nessun Tar del mondo darebbe ragione al comune, in una materia che vede già partire in vantaggio le società telefoniche grazie a una normativa divenuta negli anni sempre più favorevole per i giganti del “mobile”. Adottare un’ordinanza a scoppio ritardato non serve a un bel nulla. Sindaco e assessori facciano chiarezza su questa brutta storia indicando le responsabilità o assumendosele. È il minimo. Se poi gettassero anche la spugna per manifesta incapacità politica e amministrativa per i cittadini di Orta di Atella il Giubileo 2025 inizierebbe in anticipo. Laudato si’.

Mario De Michele

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