Una follia. Un suicidio politico sull’altare della patologica subalternità a Gianfranco Piccirillo. Il sindaco facente finzione Antonino Santillo ha combinato un disastro. Al primo banco di prova, la composizione della giunta, ha miseramente fallito. Un fallimento clamoroso. Dall’esecutivo saranno escluse ben due liste su sei. I due terzi. Con un solo colpo basso il primo cittadino ha fatto fuori Fare Democratico per Orta Verde e Orta Viva. Perché? Per far posto ad Annalisa Cinquegrana, componente di Orta Democratica e cognata di Piccirillo, il vero sindaco. Una scelta scellerata che acclara, qualora ce ne fosse ancora bisogno, il ruolo di capo dell’amministrazione dell’ex dem, ex brancacciano, ex caputiano, ex olivieriano. Un ex di tutto che però ad Orta di Atella spadroneggia ancora per colpa dell’incapacità degli alleati di indicargli la strada della porta. Se Santillo, privo di carisma e spina dorsale, è completamente succube di Piccirillo è incomprensibile, oltre che stolto, l’atteggiamento delle prime due liste uscite vittoriose dalle urne. Orta al Centro e Coraggio hanno avallato inspiegabilmente una conventio ad excludendum che dà una spallata all’unità della coalizione ad appena un mese dal voto. Un’occasione persa in particolare da Andrea Villano. Il primatista alle elezioni avrebbe potuto-dovuto mettere in campo un’azione decisiva nella partita dell’esecutivo. All’ex sindaco spettava di diritto il ruolo di mediatore tra le diverse anime per una soluzione condivisa da tutti. In tempo di pace Villano avrebbe dovuto farsi quanti più amici possibili in vista di tempi di guerra. A quanto pare invece l’ex primo cittadino è stato spettatore della catastrofe targata Piccirillo. Risultato? Due assessorati per Orta al Centro, vicesindaco (il cugino omonimo Andrea Villano) e ingresso nell’esecutivo di Anna Gaudino (prima dei non eletti), altri due posti per Coraggio (Tonino Russo, delegato alle Politiche sociali e Pasquale Pellino), e infine una poltrona per la Cinquegrana (Orta Democratica). La presidenza del consiglio a Giuseppe Massaro, designato dagli elettori che gli hanno tributato quasi 900 preferenze. Fuori dai giochi Fare Democratico per Orta Verde di Nando D’Ambrosio e Orta Viva dei fratelli Arena che siamo noi. Se quest’ultimi potevano fare “passo” perché la lista è il fanalino di coda, discorso a parte vale per i dambrosiani che hanno ottenuto un brillante risultato con una manciata di voti in meno di Orta Democratica. Un assessorato era d’obbligo. Peraltro il gruppo poteva esprimere un rosa di nomi al femminile di spessore: Sonia Cicatiello, consorte di D’Ambrosio, o Anna Silvestre, entrambe di professione avvocato. Santillo ha preferito Annalisa Cinquegrana, telecomandata, come lui stesso, da Piccirillo. Tra Santillo e Piccirillo non c’è stato nemmeno un braccio di ferro. Di fronte alla proposta indecente dell’ex dem il sindaco facente finzione ha immediatamente detto “obbedisco!”. Giustamente Fare Democratico per Orta Verde reagirà con forza all’ingiustizia subita. Nel primo civico consesso, in programma tra giovedì e venerdì prossimi, è molto probabile che i due consiglieri comunali Antonio Sorvillo e Nicola Margarita formalizzeranno il loro appoggio esterno alla maggioranza. Voteranno punto su punto. In buona sostanza Santillo prima di iniziare la sua avventura ha già perso due pezzi. Anche Orta Viva potrebbe assumere la linea della fermezza. In quel caso addio a Tiziana Dirasco e Immacolata Liguori. Un capolavoro politico. In un mese di mandato la squadra di Santillo da 16 consiglieri si ridurrebbe a 12 componenti. Bravo sindaco. Facente finzione. Ma la realtà è dura. È già crisi. Già aborto politico. Un inizio da incubo.
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