Accordo lontano. Per Antonino Santillo dietro l’angolo ci sono insidie e contrasti. La strada per la formazione della giunta è in salita. Non sarà facile sbrogliare la matassa. Il neo sindaco è affetto da una forma incurabile di analfabetismo politico. Se dipendesse da lui manderebbe già tutto a carte quarantotto. È sprovvisto del carisma del leader. Non ha il physique du role del condottiero. Per non parlare della totale assenza di una visione, di una prospettiva per la città. Spetterà quindi alle 6 liste che lo hanno sostenuto trovare una sintesi. Impresa ardua. Andrea Villano, timoniere di Orta al Centro, primatista alle comunali, si è messo di traverso. Nelle ultime ore sembrava intenzionato ad “accontentarsi” del vicesindaco (il cugino omonimo come esterno) e di un assessorato. Poi il cambio di rotta: “Oltre al vicesindaco ci spetta il presidente del consiglio”. Il prescelto è Pasquale Lamberti, giovane in gamba che ha ottenuto un altro successo elettorale, legatissimo a Villano. La posizione di Orta al Centro sbarra la strada a Giuseppe Massaro (Orta sul Serio), il più votato in assoluto con quasi 900 preferenze. Non cambia invece l’impostazione di Coraggio: un posto in giunta se però nell’esecutivo entra anche Tonino Russo come fuori quota. Orta al Centro e Coraggio hanno in assise quattro componenti a testa. Se il criterio sarà una poltrona ogni due consiglieri i due raggruppamenti dovrebbero incassare ognuno due posti di rilievo nel nuovo organigramma. Massaro rinuncerà allo scettro di capo del civico consesso? Chissà. Ma la presidenza dell’assise non è l’unico nodo da sciogliere. Se Orta al Centro e Coraggio incassano quattro postazioni, agli alleati restano soltanto due poltrone di prestigio. Una possibile soluzione? Un assessorato ad Orta sul Serio, che a quel punto potrebbe essere assegnato a Massaro, e uno a Fare democratico Orta Verde, capitanata da Nando D’Ambrosio. Il designato? La moglie Sonia Cicatiello, di professione avvocato (scelta azzeccata). A mani vuote resterebbero Orta Democratica, la lista di Santillo bocciata alle elezioni (si è piazzata solo terza con un magro bottino di voti), e Orta Viva che, fanalino di coda, non ha sfondato quota mille preferenze eleggendo comunque due consiglieri comunali. In casa Coraggio l’orientamento è valorizzare gli eletti e i candidati. Il fuori quota Tonino Russo, portatore di esperienza e saggezza politica, farebbe spazio nel civico consesso alla prima dei non eletti Raffaella D’Ambrosio. Mentre Pasquale Pellino lascerebbe una poltrona vuota in assise destinata a Gennaro Colella. Pellino sarebbe sicuramente un ottimo assessore a Cultura, Spettacoli e Politiche giovanili. È una prima scelta anche come delegato alle Politiche sociali e alla 328/2000. Coraggio piazzerebbe due nomi che sono una garanzia. Pasquale Ragozzino vorrebbe rompere le uova nel paniere. Da anni ormai culla il sogno di far parte della squadra di governo di Orta di Atella. Ma le sue ambizioni personali indebolirebbero Coraggio. Ragozzino entrerebbe da esterno scippando la poltrona a Pellino, eletto con un consistente bagaglio di voti, e facendo saltare i piani di Coraggio che giustamente vuole premiare chi alle amministrative ci ha messo la faccia. In questa fase gli assenti interni alle liste passano in secondo piano. Il crocevia dell’accordo è la spartizione dei posti di potere. Santillo non è in grado di trovare la quadra. Non è arte sua. Spera, tanto per non cambiare, che Gianfranco Piccirillo, perfido mediatore, possa mettere tutti d’accordo. Stiamo a posto. Sarebbe molto meglio chiedere soccorso a Jack lo squartatore.

Velvet Underground

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