Gennaro Oliviero e i suoi accoliti non hanno imparato proprio nulla dalla lezione che il leader nazionale del Pd Enrico Letta ha impartito loro sul “no” all’elezione di Stefano Graziano a segretario dei dem campani. E se errare è umano, perseverare è diabolico. In questo caso è peggio: è stupido. Com’era prevedibile il presidente del consiglio regionale non ha digerito la candidatura alle politiche di Graziano al primo posto nel listino bloccato del collegio Caserta-Benevento. E ha reagito, ancora una volta, in malo modo. Sbagliando tutto. Dopo una girandola di telefonate con i consiglieri provinciali (tutti appartenenti alla sua corte) ha dato l’ok a un documento che si chiude con un’aberrazione politica: “Aspettiamo il 25 settembre per tirare le somme e capire quali effetti hanno prodotto queste scelte”. Un modo chiaro e inequivocabile per avvertire i vertici romani che non voteranno, né faranno votare per il Pd. Il documento, firmato da Alessandro Landolfi (capogruppo), Ciro Marciagliano, Salvatore Lettera, Enzo Guida e Stefano Antonio Cioffi, è politicamente inaudito e a tratti farsesco. “La scelta del Partito Democratico – scrivono i consiglieri provinciali dem di Caserta – di candidare la consigliera comunale di Caserta Liliana Trovato, eletta lo scorso anno nella lista di Bosco e Mastella (“Noi di centro”), è uno schiaffo al Partito Democratico stesso. La consigliera Trovato sarà candidata nella sfida all’uninominale, in un collegio che interessa 23 Comuni tra cui il capoluogo casertano, oltre a Marcianise, Maddaloni, S. Maria C.V., Capua e diversi altri. La domanda che poniamo è la seguente: non vi erano altri candidati, tra gli iscritti, tra i sindaci, tra i consiglieri comunali, tra i consiglieri provinciali del Pd, che si potevano candidare in questo collegio? A ciò va aggiunto che la Trovato, alle ultime elezioni provinciali, era candidata in una lista in contrapposizione con quella del Partito Democratico. Ed è doveroso ricordare che un nostro consigliere provinciale, il sindaco di Cesa Enzo Guida, ha dovuto affrontare una lunga battaglia giudiziaria (prima ricorso al Tar e poi appello al Consiglio di Stato), proprio nei confronti della Trovato, per poter veder riconosciuto il diritto ad essere eletto. La candidatura della Trovato nel Partito Democratico è una vergogna assoluta, una scelta che ha i tratti del ridicolo e del grottesco”. Di vergognoso, ridicolo e grottesco c’è solo il documento di Landolfi, Marciagliano, Lettera, Guida e Cioffi. Lezioncina di politica: quando si vota un partito deve allargare quanto più possibile la base elettorale coinvolgendo figure esterne. Il nome del consigliere comunale di Caserta Liliana Trovato va proprio in questa direzione, oltre ad essere autorevole. E di questi tempi non è scontato. Seconda questione: il ricorso di Guida. Dai calcoli della commissione elettorale alle ultime provinciali è risultata eletta la Trovato, alla quale è stato assegnato un seggio poi attribuito al sindaco di Cesa Guida. Embè. “Che c’azzecca?”, direbbe Di Pietro. Quale sarebbe il “reato” commesso dal consigliere comunale della città capoluogo? “In questa scelta, così come in tutte quelle che stanno avvenendo sul territorio, con riferimento anche alle candidature per il Senato e che stanno interessando le elezioni politiche, – tuonano Landolfi, Marciagliano, Lettera, Guida e Cioffi – vi è una assoluta non considerazione dei consiglieri provinciali. Eppure, a Caserta, dopo il consigliere regionale Gennaro Oliviero, quali soggetti istituzionali più importanti, vi sono propri i consiglieri provinciali. Ciò è veramente offensivo nei confronti di tutti i militanti che ogni giorno fanno politica nei territori e per i territori. È stato questo un ultimo atto di arroganza politica calata dall’alto. Il gruppo consiliare alla provincia esprime in questa fase un forte disagio. Questi atti non ci appartengono e mettono in discussione i valori fondanti e gli ideali di questa comunità”. Qua ci vorrebbe una pernacchia in stile Eduardo De Filippo. I 5 consiglieri provinciali dem, che si lamentano per “non essere stati presi in considerazione”, finora si sono contraddistinti (escluso Guida, entrato da poco, e Lettera che fa il suo dovere) per l’assoluta incapacità di svolgere il loro ruolo di opposizione al presidente Giorgio Magliocca e alla sua coalizione. Di fatto in Provincia la minoranza democrat non esiste. Brilla per immobilismo con evidenti tratti di consociativismo. Per rispondere al gruppo consiliare del Pd dobbiamo scomodare, ahilui, Totò: “Mi faccia il piacere!”. Il tragico documento di Landolfi, Marciagliano, Lettera, Guida e Cioffi si chiude nel modo peggiore possibile: “Aspettiamo il 25 settembre per tirare le somme e capire quali effetti hanno prodotto queste scelte”. Una minaccia politica bella e buona. Bravi, andate avanti così. Vincerete un altro campionato mondiale di autolesionismo.

Mario De Michele

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