Il problema è serio. E va risolto. Altrimenti quando il Puc di Sant’Arpino approderà in assise i consiglieri comunali correranno il rischio di essere strangolati da un’asfissiante rete di conflitti di interesse. Al momento nemmeno il paziente Diogene, con annessa lanternina, sarebbe in grado di garantire l’inesistenza di “interessi giuridici” di tutti i parenti dei componenti dell’assise. Persino degli affini entro il 4° grado. Da qui la richiesta avanzata dagli esponenti dell’opposizione Nicola Della Rossa, Francesco Pezone e Anna Pezzella di chiarimenti e di convocazione della commissione consiliare Urbanistica per la procedura delle dichiarazioni sostitutive di certificazioni per le rilevazioni delle incompatibilità di cui all’art. 78, comma 2, del Tuel per l’approvazione del Puc. Il documento della minoranza è indirizzato al segretario generale Stefania Pignetti, in qualità di responsabile della Trasparenza e dell’Anticorruzione, al presidente della commissione Urbanistica Domenico Cammisa, agli assessori, ai consiglieri comunali, al sindaco Ernesto Di Mattia e al prefetto di Caserta Giuseppe Castaldo.
“Come è noto – si legge nel documento sottoscritto da Della Rossa, Pezone e Pezzella – il Puc del Comune di Sant’Arpino sta per approdare in consiglio comunale e tutti i consiglieri comunali sono tenuti, nel rispetto di quanto previsto dall’art. 78 del D. Lgs. 267/2000, a rendere una preventiva dichiarazione circa la sussistenza o meno di interessi giuridici diretti di loro parenti ed affini entro il 4° grado, con l’obbligo di astenersi qualora sussistessero tali interessi. La domanda sorge spontanea: come può ogni consigliere sapere dell’esistenza di “interessi giuridici” di tutti i relativi parenti (e persino degli affini) entro il 4° grado? Come può, ad esempio, sapere se uno dei trenta ipotetici cugini del proprio coniuge (parliamo quindi di un affine di 4° grado) sia o meno proprietario di un terreno rientrante nel Puc da votare?”. Sul piano dei possibili conflitti di interesse, anche a loro insaputa, il rischio è che non solo i sottoscritti, ma tutti i consiglieri comunali, possano incorrere (incolpevolmente) in dichiarazioni mendaci e rendere vano lo scopo della citata disposizione normativa (art.78). “A questo punto, – scrivono Della Rossa, Pezone e Pezzella – anche per una questione di Trasparenza oltre che di Legalità, chiediamo di rendere pubblico (almeno per i soli consiglieri comunali) l’elenco di tutti i proprietari che hanno usufruito del cambio di destinazione urbanistica dei lotti di terreno del territorio comunale affinché possano rendere una dichiarazione consapevole e veritiera”. C’è di più. “Gli scriventi chiedono che venga previamente acquisito il parere del segretario generale nel merito, anche nella sua qualità di responsabile della Trasparenza e dell’Anticorruzione del Comune di Sant’Arpino”. La proposta del trio Della Rossa-Pezone-Pezzella va nella direzione giusta. Garantisce trasparenza e mette i consiglieri nelle condizioni di poter votare secondo scienza e coscienza senza temere di impigliarsi nell’aggrovigliata rete dei conflitti di interesse. Della Rossa, Pezone e Pezzella chiedono che il voto sia consapevole e privo di incompatibilità. Come dare torto al gruppo “Insieme”? La palla passa al segretario comunale e al sindaco Di Mattia.
Mario De Michele