Per la Basilicata, in attesa dell’ufficializzazione della data delle regionali (il 14 e 15 aprile o con l’election day dell’8 e 9 giugno) Forza Italia prova a chiudere definitivamente la partita della candidatura alla presidenza, blindando ancora una volta, e di nuovo attraverso le parole del capogruppo alla Camera, Paolo Barelli, l’uscente Vito Bardi. Nel centrosinistra, invece, l’ex ministro della Salute, il potentino Roberto Speranza, smentisce categoricamente le voci su una sua possibile candidatura a governatore e conferma il pieno sostegno al fondatore della cooperativa Auxilium, Angelo Chiorazzo. Dopo alcuni giorni nei quali la questione della piccola Basilicata era tornata un po’ in secondo piano per gli equilibri del centrodestra nazionale, è stato oggi Barelli a far risalire l’attenzione sulle faccende politiche lucane: “Dopo Solinas in Sardegna, Meloni farà fuori anche Bardi dalla Basilicata? Bardi ha fatto molto bene, sarà lui il candidato, c’è già consenso su questo. Non ci saranno ulteriori tensioni, così come non ce ne saranno in Abruzzo e in Piemonte. Saranno delusi gli uccellacci del malaugurio che vogliono un centrodestra in crisi”. Parole che sembrano mettere un punto, ma che tuttavia saranno sicuramente argomento di discussione venerdì 9 febbraio, quando è previsto l’arrivo in Basilicata di Matteo Salvini. Il leader della Lega non ha mai smesso di spingere sul commissario lucano del partito, l’ex senatore Pasquale Pepe. In questi otto giorni potrebbe giungere la decisione finale anche sulla data delle elezioni, che spetta a Bardi: la sensazione è che con la certezza della sua ricandidatura (a questo punto sempre più probabile) la sua scelta ricadrà sul 14 e 15 aprile. Senza però mettere da parte Fratelli d’Italia che nel caso dovesse scegliere il candidato potrebbe puntare su un civico come il presidente di Confindustria lucana, Francesco Somma, o il prorettore della Luiss Francesco Di Ciommo. Nel centrosinistra tutto sembra ancora in alto mare, con i rapporti sempre più difficili tra Pd e M5S che pongono a rischio la candidatura di Chiorazzo, finora sostenuta ufficialmente solo dai dem. Il nome di Speranza avrebbe certamente trovato l’ok del leader pentastellato, Giuseppe Conte, con cui ha condiviso l’esperienza di governo ai tempi del Covid. Ma il ‘no’ dell’ex ministro è netto e quindi non si possono escludere nuovi, clamorosi colpi di scena.

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