La speranza è tornata negli Stati Uniti con Kamala Harris e Tim Walz. Parola di chi con il concetto di ‘hope’ è diventato il primo presidente nero degli Stati Uniti e di chi è diventata la più carismatica First Lady americana, ancora oggi fonte d’ispirazione per milioni di persone: Barack e Michelle Obama. La coppia d’oro dei democratici è tornata nella sua città, Chicago, ed ha infiammato la convention contrapponendo l’America di Harris – ottimista, diversificata, plurale, aperta, compassionevole – contro quella oscura, divisa e intrisa d’odio di Donald Trump. “Yes she can”, ha detto Barack dedicando ad Harris il suo iconico slogan, subito adottato dalla folla. “Siamo pronti per la presidente Kamala Harris. È una persona che ha passato la vita a lottare per le persone che hanno bisogno di una voce”, ha sottolineato Obama tra gli applausi. “Non abbiamo bisogno di altri quattro anni di caos”, ha poi detto attaccando Trump. “Abbiamo visto quel film e il sequel di solito e’ peggiore”, ha incalzato. Vent’anni fa a Boston il 42enne senatore Obama salì per la prima volta sul palco di una convention democratica. Un oratore insolito per un evento così importante, “un ragazzino magro con un nome buffo” si era definito all’epoca, ma quella notte stregò i democratici andando ben oltre il compito di presentare il candidato John Kerry. Oggi, parlando di Harris si è detto “pieno di speranza per i ragazzini dal nome buffo”, come lui e Kamala. E di ‘hope’ ha parlato l’ex First Lady Michelle nel suo discorso acclamato dai delegati della convention quanto se non di più di quello del marito. “Qualcosa di magico sta accadendo non solo in questo stadio ma fuori da qui. La speranza sta tornando”, ha detto definendo Harris “la mia ragazza”. “E’ più che pronta a diventare presidente. E’ una delle persone più qualificate ed esperte che hanno corso per la presidenza ed è quella che ha più dignità”, ha sottolineato. Anche Michelle non ha risparmiato attacchi al tycoon. “Chi glielo dice che il lavoro che che vuole adesso è un lavoro da neri”, rievocando le frasi razziste dell’ex presidente. E a proposito delle sue insinuazioni secondo cui Kamala Harris e altri democratici “non sono veri americani”, tra cui il marito, ha chiarito: “Nessuno ha il monopolio su cosa significhi essere americano, nessuno”. Prima degli Obama sul palco di Chicago era salito il second gentleman Doug Emhoff. “Kamala è una guerriera gioiosa. Sta facendo per il suo Paese quello che ha sempre fatto per le persone che ama. La sua passione andrà a beneficio di tutti noi quando sarà la nostra presidente”, ha detto colui che potrebbe diventare il primo first gentleman nella storia americana. Nel frattempo Kamala e Walz erano a Milwaukee, per un comizio nel forum in cui un mese fa i repubblicani hanno tenuto la loro convention. “Ieri, senza neanche un momento di esitazione, Donald Trump ha riposto no a chi gli chiedeva se avesse dei rimpianti per l’abolizione della Roe v. Wade. Nessun rimpianto. Ci assicureremo che ne paghi le conseguenze a novembre”, ha avvertito la candidata democratica che poi, in collegamento con la convention dem, ha ringraziato per la nomination con la ‘call roll’ celebrativa a suon di musica dei delegati. Per la campagna sono giornate di grandi successi se si considera non solo il buon andamento della della kermesse (con oltre 20 milioni di telespettatori che l’hanno seguita il primo giorno) ma anche la raccolta di quasi mezzo miliardo di dollari da quando il presidente Joe Biden ha abbandonato la corsa alla Casa Bianca. Joe Biden ha salutato la politica dopo 50 anni, travolto dall’ovazione della convention dem di Chicago, dall’affetto della sua famiglia e di tutti gli oratori che hanno parlato prima di lui – dalla candidata Kamala Harris intervenuta a sorpresa a Hillary Clinton che ha infiammato la convention. Eppure nel suo discorso di circa 40 minuti alla fine della prima giornata traspariva una punta di amarezza per non essere riuscito a ricandidarsi e a “finire il lavoro”, come era solito ripetere l’anziano presidente prima del ritiro dalla corsa alla Casa Bianca. In lacrime dopo l’introduzione della figlia Ashley, che lo ha definito il “mio miglior amico”, il commander-in-chief ha iniziato il suo intervento con un fazzoletto in mano per asciugarsi gli occhi ma si è poi trasformato in un leone, con una carica che non si vedeva da almeno un anno, quando ha iniziato ad elencare tutte le conquiste della sua amministrazione: dagli storici investimenti sul clima e le infrastrutture alla riduzione dei prezzi sui farmaci alla ripresa dell’economia dopo il periodo buio della pandemia di Covid. Un discorso che a molti è sembrato quello di una nuova investitura, pronto per essere pronunciato giovedì, più che quello di un commiato. “Kamala è una guerriera gioiosa. Sta facendo per il suo Paese quello che ha sempre fatto per le persone che ama. La sua passione andrà a beneficio di tutti noi quando sarà la nostra Presidente”. Sono le parole che il marito della candidata democratica, Doug Emhoff, pronuncerà tra qualche ora alla convention dem a Chicago”. “La caratteristica dei guerrieri gioiosi è questa: sono pur sempre guerrieri. E Kamala è tosta proprio come sembra”, si legge negli estratti del discorso del second gentleman diffusi alla stampa. Nella seconda parte, invece, Biden si è concentrato sulla sua erede e sul passaggio di testimone. “Ho dato il mio cuore e la mia anima a questo Paese. Amo il mio lavoro, ma amo di più la mia vita”, ha detto travolto dai “We love you Joe” delle migliaia di delegati presenti. “Kamala è stata la migliore decisione che io abbia mai preso. E’ tosta, competente ed ha una straordinaria integrità”, ha detto assicurando che “sarà il volontario migliore che lei e Tim abbiano mai visto” e scherzando che “i migliori presidenti sono stati vice”. Alla fine la sua vice è salita sul palco e si sono stretti un abbraccio affettuoso. Non sono mancati naturalmente i durissimi attacchi all’avversario Trump che resta “una minaccia per la democrazia” che in caso di sconfitta “potrebbe scatenare un bagno di sangue”. “Non c’è posto negli Stati Uniti per la violenza politica. La democrazia ha prevalso e adesso deve essere mantenuta”, ha incalzato il presidente. “Non si può amare il proprio Paese solo quando si vince”, ha insistito definendo il tycoon un “loser”, un perdente. Al di là delle celebrazioni della carriera e della difficile scelta di Biden ci sono state delle controversie sull’orario del suo intervento, alle 22.30 ora locale quindi non in prima serata. Che qualcosa non abbia funzionato nella prima giornata della convention è stato evidente dal momento che è stata tagliata la performance della star della serata, James Taylor, prevista tra il discorso della First Lady e quello del presidente. Un cambio di programma improvviso visto che nel pomeriggio il cantautore aveva provato sul palco dello United Center. Per i fedelissimi del presidente si è trattata di “un’umiliazione”, mentre l’esperto di sondaggi Nat Silver ha addirittura ipotizzato un complotto: “Devi essere un ingenuo a pensare che i ritardi di ieri sera non siano dovuti ad altro che alla volontà di diminuire la visibilità di Biden”.

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