L’esercito israeliano sta continuando i suoi preparativi per la “prossima fase della guerra, inclusa l’operazione di terra”. Lo ha detto il portavoce militare aggiungendo che in questi giorni “sono stati approvati piani per espandere le attività operazionali”. “Le truppe, sia quelle in servizio sia i riservisti, sono schierati sul campo e si stanno addestrando in accordo con i piani operativi approvati”. Sono risuonate da poco a Tel Aviv e nel centro di Israele le sirene di allarme per l’arrivo dei razzi da Gaza. “Ci sono contatti in corso” tra Hamas e i mediatori arabi, “Egitto e Qatar”, per la liberazione di altri ostaggi civili presi dal movimento islamico palestinese il 7 ottobre scorso. Lo ha detto Osama Hamdan, rappresentante di Hamas a Beirut a margine di una conferenza stampa. Vogliamo chiudere il dossier degli ostaggi civili appena possibile, ha detto. “Lavoriamo con tutti i mediatori per chiudere il dossier dei civili appena le condizioni di sicurezza saranno opportune”, ha detto Hamdan. “La mia idea è che, per le modalità con cui Hamas ha attaccato Israele, è che la causa palestinese non c’entri nulla. Quello che si sta perseguendo è una jihad islamica. Si sta perseguendo il tentativo di impedire un processo di normalizzazione nel Medio Oriente”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni incontrando la stampa al Cairo, al margine del vertice sulla pace. La premier ha spiegato “c’è e ci sarà una strategia di divisione, per creare uno scontro di civiltà e una guerra di religione. Ma non lo deve diventare, perché non lo è”. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha esortato “tutte le parti a mantenere aperto il valico di Rafah per consentire il continuo movimento di aiuti che sono indispensabili per il benessere della popolazione di Gaza”. Blinken ha ringraziato Egitto, Israele e le Nazioni Unite per aver facilitato il passaggio del primo convoglio di aiuti umanitari a Gaza. “Un convoglio ha attraversato questa mattina il confine di Rafah verso Gaza nell’ambito di una crisi umanitaria che cresce di giorno in giorno”, ha scritto su X il segretario di Stato Usa. “Ringraziamo i nostri partner in Egitto e Israele e le Nazioni Unite per aver facilitato il passaggio sicuro di questi aiuti salvavita”. E’ salito a 4.385 il numero dei morti a Gaza, di cui 1.756 minori e 976 donne. Lo ha fatto sapere il ministero della sanità di Gaza, citato dai media. I feriti sono 13.561. Il valico di Rafah fra Egitto e Gaza è stato da poco aperto al transito degli aiuti umanitari e poi chiuso dopo il passaggio dei camion. Le merci in entrata a Gaza vengono trasferite da 20 camion egiziani a doppio container a 30 camion già presenti nel lato palestinese del valico. Questi aiuti vengono adesso smistati fra quelli che saranno diretti all’Unrwa (l’ente dell’Onu per i rifugiati) e quelli destinati alla Mezzaluna Rossa palestinese. Al termine del trasbordo delle merci il lato egiziano del valico tornerà ad essere chiuso e non si prevede, a quanto si apprende, il passaggio di persone. “Questo convoglio limitato non sarà in grado di cambiare il disastro umanitario che sta vivendo la Striscia di Gaza”. Lo ha detto il capo dell’ufficio comunicazioni di Hamas, Salama Maruf, in un comunicato citato dai media, riferendosi ai camion di aiuti entrati oggi dall’Egitto attraverso il valico di Rafah. Secondo Maruf, “è importante stabilire un corridoio sicuro che funzioni 24 ore su 24 per soddisfare i bisogni umanitari e i servizi essenziali che non ci sono più e per consentire ai feriti di partire per ricevere cure”. Dopo aver appreso dell’ingresso di aiuti umanitari a Gaza dall’Egitto, una cinquantina di palestinesi con doppia cittadinanza (in particolare egiziana) sono sopraggiunti al valico di Rafah nella speranza di passare nel Sinai. Ma gli uffici del terminal passeggeri del valico restano chiusi e questi palestinesi (fra cui molti bambini) non trovano interlocutori. Sono 210 al momento le famiglie degli ostaggi che l’esercito ha informato, aggiungendo e depennando le persone sulla base “di informazioni di intelligence”. Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari confermando che l’obiettivo prioritario di Israele è di riportarli tutti a casa. Secondo Hagari sono finora 307 i soldati isaraeliani caduti dall’inizio dell’attacco di Hamas.

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