Al via al Senato la discussione della mozione di sfiducia individuale nei confronti della ministra del Turismo Daniela Santanchè, presentata dal Movimento 5 Stelle. La ministra è in Aula, seduta accanto al vicepremier Matteo Salvini. Presiede l’Aula il presidente del Senato Ignazio La Russa. A illustrare la mozione il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Stefano Patuanelli che spiega: “Molte polemiche sono state fatte, dalle opposizioni, sulla mozione individuale nei confronti della ministra Santanché che, secondo le critiche, ricompatterebbe il governo. La mozione è una conseguenza logica di quanto detto e non farla sarebbe stato ipocrita”. Fuori dall’Aula, in Tv, Carlo Calenda riprende il senso della discussione interna: “Io e Matteo Renzi riteniamo assolutamente controproducente la mozione di sfiducia” alla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, “perché se è chiaro che la vincerà la maggioranza, Giorgia Meloni potrà dire: Ma il Parlamento sovrano ha riconfermato la fiducia alla Santanchè. Io penso che la Santanchè si debba dimettere per una valutazione politica attinente all’etica pubblica e lo debba fare immediatamente, ma fare una mozione di sfiducia sapendo di essere sconfitti può solo aiutare Meloni a tenere la Santanchè. È una tipica cosa fatta per marketing dai Cinquestelle a cui il Pd si è accodato sbagliando”. Per Pierantonio Zanettin di Forza Italia, “la mozione di sfiducia al ministro Santanchè oggi sarà respinta con ampio margine. Fi voterà contro questa mozione di sfiducia, le opposizioni invece si divideranno per l’ennesima volta, il Pd dimostrerà di non essere una seria e credibile alternativa di governo. La maggioranza ne uscirà rafforzata”. “Non è con gli insulti che il M5S recupererà la verginità politica che ha definitivamente perduto. Dovevate aprire quest’aula come una scatoletta di tonno e invece nella casta vi siete integrati perfettamente”. Lo ha detto nell’aula di Palazzo Madama il senatore di Fdi Alberto Balboni, replicando agli attacchi del collega del M5S Ettore Licheri che nel corso della discussione sulla mozione di sfiducia al ministro del Turismo Daniela Santanchè li aveva definiti “pagliacci”. “Al termine della votazione – attacca Licheri – resterà una ministra dello Stato che allo Stato deve 1,2 milioni di tasse non pagate, resteranno i suoi dipendenti e i suoi fornitori rimasti in mezzo a una strada. Se volete continuare a ridere, ridete pure, pagliacci”. Dai banchi dei gruppi che sostengono il governo si sono subito levate grida di protesta. Il presidente Ignazio La Russa ha richiamato il senatore e riportato l’ordine in Assemblea: “Poteva risparmiarsi l’offesa ai suoi colleghi”. “Per l’accusa che mi è stata ingiustamente rivolta, anche con grandissimi titoli sui giornali, mi permetto di ribadire che quando sono venuta in Senato il 5 luglio non ero stata raggiunta da alcuna informazione o avviso di garanzia da parte della Procura della Repubblica di Milano”. Così, intervenendo in Aula al Senato, il ministro del Turismo Daniela Santanchè dopo la discussione generale sulla mozione di sfiducia nei suoi confronti. “Anche gli organi di stampa hanno confermato che alla mia residenza a Milano è stata consegnata la proroga delle indagini in data 17 luglio. Per cui non solo ho detto la verità, ma chi dice il contrario mente sapendo di mentire”. E aggiunge: “Comprendo le diversità di opinioni, le rispetto. Ho invece difficoltà a comprendere come si possa promuovere” una mozione di sfiducia “sulla base di una inchiesta pseudo giornalistica che non ha come oggetto la violazione di leggi nell’attività posta in essere del mio dicastero ma che ha per oggetto fatti che, se verranno evidenziati, sono antecedenti al mio giuramento da ministro e che ritengo di aver chiarito in quest’Aula”. “Rimane il dispiacere per gli insulti che mi sono stati rivolti. Confermo il grande rispetto per questa Assemblea della quale anche io mi onoro di far parte. Intendo conformarmi ai principi di legalità, responsabilità, disciplina e onore che la Costituzione sulla quale ho giurato indica come valori e criteri di condotta per chiunque operi al servizio della nazione”, ha concluso Daniela Santanché.