“Quello che inauguriamo oggi è soprattutto un dialogo tra pari, basato sul reciproco rispetto perché tra Europa e Mediterraneo allargato non può esserci un rapporto competitivo o conflittuale perché in realtà gli interessi sono molto più convergenti di quanto noi stessi riconosciamo”. Così la premier Giorgia Meloni aprendo la Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni in corso alla Farnesina. Con i Paesi di provenienza dei migranti “il partenariato deve essere paritario, non predatorio, multidimensionale e di lungo periodo. Deve essere fondato sul rispetto e non su un approccio paternalistico, sulla solidarietà, sul rispetto della sovranità di ciascuno, sulla condivisione di responsabilità sulla tutela della legalità. Questo è l’unico modo serio di rafforzare il nostro legame, fidarci l’uno dell’altro e favorire lo sviluppo e la prosperità dei nostri popoli” ha precisato la premier. “Italia ed Europa hanno bisogno di immigrazione ma non possiamo dare il segnale che verrà premiato chi entra illegalmente. Se da una parte siamo aperti a far entrare persone ma poi non ci occupiamo del destino che avranno nelle nostre nazioni non è solidarietà” precisa Meloni. “L’immigrazione illegale di massa danneggia tutti, se non le organizzazioni criminali, che usano la loro forza sulla pelle dei più fragili”. Così la premier Giorgia Meloni aprendo la Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni in corso alla Farnesina. “Serve un impegno comune e più collaborazione per contrastare la rete dei trafficanti” che gestiscono le migrazioni illegali. “E’ un grande onore potervi accogliere nel palazzo della Farnesina”, la conferenza di oggi sia “l’inizio di una nuova stagione”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani nel discorso di apertura della ‘Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni’ .”Roma è sempre stata e vuole essere un crocevia tra popoli che vogliono costruire insieme una nuova stagione, non vogliamo che il Mediterraneo sia un cimitero di persone che lasciano le proprie abitazioni, vogliamo invece che il Mediterraneo allargato fino all’indopacifico, possa essere un mare di pace e di progresso” ha detto il ministro degli esteri italiano. “I grandi problemi che ci troviamo di fronte non sono soltanto quelli migratori perché dobbiamo risolvere la questione migratoria alla radice, dobbiamo confrontarci sulla grande questione del cambiamento climatico, della lotta al terrorismo, delle malattie, perché poi spesso i grandi trafficanti di essere umani sono gli stessi che trafficano in armi e in droga” ha precisato Tajani. Dopo gli interventi della premier italiana e padrona di casa, Giorgia Meloni, e del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sono cominciati a Roma i lavori della Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni, organizzata su iniziativa della premier e in corso alla Farnesina. Partecipano i leader di quasi tutti gli Stati della sponda sud del Mediterraneo allargato, del Medio Oriente e del Golfo, gli Stati Ue di primo approdo e alcuni partner del Sahel e del Corno d’Africa, i vertici delle istituzioni europee e delle istituzioni finanziarie internazionali. Nel dettaglio, sono presenti cinque capi di Stato (Tunisia, Emirati Arabi Uniti, Mauritania, Libia, Cipro), otto primi ministri (Libia, Etiopia, Egitto, Malta, Giordiania, Nigeria, Algeria, Libano) e otto ministri (Arabia Saudita, Marocco, Oman, Kuwait, Turchia, Grecia, Qatar, Bahrein). Inoltre, i vertici delle istituzioni europee, di organizzazioni internazionali e i vertici di numerose agenzie delle Nazioni Unite. Questo l’elenco completo degli ospiti: Kaïs Saïed, presidente della Tunisia; Mohamed bin Zayed Al Nahyan, presidente degli Emirati Arabi Uniti; Mohamed Ould Cheik El Ghazouani, presidente della Mauritania; Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea; Mohammed Younis Menfi, presidente del Consilio presidenziale della Libia; Abdul Hamid Mohammed Dbeibah, premier della Libia; Nikos Christodoulides, presidente di Cipro; Charles Michel, presidente del Consiglio europeo; Abiy Ahmed Ali, premier dell’Etiopia; Moustafa Madbouly, primo ministro dell’Egitto; Robert Abela, primo ministro di Malta; Bisher Al-Khasawneh, premier della Giordania; Ouhoumoudou Mahamadou, premier del Niger; Aïmen Benabderrahmane, premier dell’Algeria; Najib Mikati, premier del Libano; Abdulaziz bin Saud bin Nayef Al-Saud, ministro dell’Interno dell’Arabia saudita; Nasser Bourita, ministro degli Esteri del Marocco; Sayyid Badr Hamed Hmood Al Busaidi, ministro degli Esteri dell’Oman; Sheikh Salem Adbullah Al-Jaber Al-Sabah, ministro degli Esteri del Kuwait; Hakan Fidan, ministro degli Esteri della Turchia; Dimitrios Kairidis, ministro delle Migrazioni della Grecia; Lolwah Al Khater, ministero della Cooperazione internazionale del Qatar; Shaikh Nasser bin Hamad Al Khalifa, capo del Consiglio supremo della Gioventù e dello sport del Bahrain; Tordeta Ratebaye, capo dello staff del presidente della Commissione Unione africana; Filippo Grandi, Alto commissario Unhcr; Qu Dongyu, direttore generale delal Fao; Bader M. Alsaad, direttore generale del Fondo arabo per lo sviluppo economico e sociale; Muhammad Al Jasser, presidente della Banca dello sviluppo islamico; Alvario Lario, presidente Ifad; Cindy McCain, direttore esecutivo del Programma mondiale del cibo; Amy Pope, direttrice generale dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni; Ambroise Fayolle, vicepresidente della Banca di investimento europeo; Indermit Gill, vicepresidente senior per lo Sviluppo economico della Banca mondiale; Haoliang Xu, amministratore associato del Programma di sviluppo delle Nazioni unite; Yero Baldeh, direttore dell’Ufficio di coordinamento Stati di transito della Banca di sviluppo africana; Taline Koranchelian, direttore del dipartimento Asia centrale del Fondo monetario internazionale. “Dobbiamo reprimere i trafficanti” e “distruggere il loro cinico modello di business. L’apertura di nuovi percorsi legali tra i nostri continenti può creare un’alternativa reale e sicura ai pericolosi viaggi in mare”. Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervenendo alla Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni alla Farnesina. “In Ue stiamo lavorando per promuovere il reinsediamento e l’ammissione umanitaria. Dobbiamo unire le forze per smantellare il modello di business crudele e illegale dei criminali e sensibilizzare le persone sulle bugie che i trafficanti diffondono”. “Vogliamo che il nostro accordo con la Tunisia sia un modello. Un progetto per il futuro. Per partenariati con altri Paesi della regione ha detto la presidente della Commissione europea. “Vogliamo adottare un approccio pragmatico basato sulla condivisione di interessi e valori comuni. Vogliamo trovare soluzioni su misura per le realtà locali”, ha aggiunto la politica tedesca. “Apparteniamo tutti a una regione comune. Siamo collegati dal Mediterraneo. Ma la cooperazione tra nord e sud, est e ovest del Mediterraneo non è sempre stata la norma. Vogliamo cambiare questo” approccio. ha ribadito. I Paesi del Mediterraneo, ha indicato la presidente della Commissione, devono “fermare lo sfruttamento della sofferenza umana da parte delle reti criminali” e “prevenire la tragica perdita di vite umane”. “Tutti questi fattori – ha sottolineato – richiedono un nuovo modo di pensare e richiedono lo sviluppo di nuovi partenariati strategici e globali tra le sponde del Mediterraneo”. “Instaurare un fondo monetario internazionale nuovo che possa essere finanziato dai crediti dopo che vengono cancellati, dai soldi rubati, per gettare la base di un nuovo sistema umano, per creare la speranza e il benessere a favore di tutti”. Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica della Tunisia Kais Saied alla Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni in corso alla Farnesina, a Roma. “La schiavitù che assume oggi una forma nuova non può andare avanti, l’umanità può forse accettare” di “tornare a vivere questa nuova forma di schiavitù?”. Lo ha sostenuto il presidente della Repubblica della Tunisia Kais Saied che ha ricordato che “la Tunisia l’ha cancellata nel 1847” e che “non potrà mai accettare questa nuova forma di schiavitù, pertanto tutti dobbiamo far fronte a questo fenomeno”. “Ci sono tante organizzazioni che nello statuto parlano del loro ruolo umanitario, ma purtroppo non hanno fatto nulla e si sono accontentate di fare dichiarazioni che non hanno nessun valore”
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