Guerra di denunce, querele incrociate nell’affaire Sangiuliano-Boccia. La vicenda costata la poltrona al ministro della Cultura si sposta negli uffici giudiziari e in particolare in quelli della Procura di Roma. La prossima settimana si annuncia caldissima a piazzale Clodio dove verrà formalizzata l’apertura di un fascicolo di indagine, dopo l’esposto presentato dal parlamentare di Avs Bonelli e in cui si ipotizzano i reati di indebita destinazione di denaro pubblico, per le trasferte di Boccia con l’ormai ex ministro, e rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio per quanto riguarda le mail sull’organizzazione del G7 a Pompei. Ma non finisce qui. All’attenzione dei pm, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi, finirà anche la denuncia di Sangiuliano a carico di Maria Rosaria Boccia. “E’ in via di elaborazione – annuncia il legale dell’ex ministro, l’avvocato Sica – e intendiamo depositarla all’attenzione dei magistrati all’inizio della prossima settimana”. Non è escluso che l’ex direttore del Tg2 possa recarsi di persona negli uffici della Procura per depositare l’atto a cui verranno allegati una serie di documenti, file, che ricostruiscono, a detta del difensore, in modo minuzioso la cronologia dei fatti. “Dimostreremo l’assoluta correttezza della condotta del mio assistito” afferma l’avvocato che poi passa al contrattacco: “è innegabile che l’ex ministro, a mio modo di vedere, sia stato oggetto di pressioni illecite da parte di Maria Rosaria Boccia”. Per il legale il modus operandi dell’imprenditrice di Pompei, sia attraverso la pubblicazione online di una serie di mail che nel corso delle interviste rilasciate, rientrano nel reato di tentata estorsione. “Questa è una vicenda privatissima”, ribadiscono dall’entourage dell’ex capo del dicastero di via del Collegio Romano e per questo nella denuncia potrebbe essere ipotizzata anche la violazione della normativa sulla privacy. Il procedimento che scaturirà dalla denuncia dell’ex ministro viaggerà in parallelo con quello che verrà avviato dopo la denuncia di Bonelli. Gli inquirenti, come da prassi, affideranno delega per effettuare una serie di accertamenti (acquisizioni documentali ed ascolto dei “protagonisti”) per verificare l’eventuale esistenza di fattispecie illecite. Nell’esposto del parlamentare si chiede alla magistratura di fare chiarezza sull’utilizzo delle auto della scorta ministeriale per gli spostamenti di Boccia e l’impiego di denaro pubblico per trasferte e viaggi in cui la donna era al fianco dell’ex ministro. La partita, nel caso di riscontri su fatti non leciti, finirebbe all’attenzione del tribunale dei ministri anche se Sangiuliano non è più a capo del dicastero. Altro fronte riguarda una eventuale attività di indagine su una serie di profili social “anonimi” che nelle scorse settimane hanno “propalato” notizie e proposto servizi fotografici sulla vicenda. Boccia, a più riprese, ha affermato che l’ex ministro era “sotto ricatto di alcune persone per delle agevolazioni che hanno avuto” sostenendo che chi era in possesso dei servizi fotografici non li ha poi pubblicati. Non solo la giustizia penale ma anche quella amministrativa accenderà dei fari sul caso politico di fine estate. La Corte dei Conti si prepara ad avviare un’istruttoria per eventuale danno erariale. I magistrati contabili vogliono vederci chiaro sulle spese effettuate dal ministero della Cultura e in particolare sull’utilizzo di auto blu e le ospitate del ministro, in compagnia dell’amante, ad eventi finanziati con contributi statali. Infine la Guardia di Finanza avrebbe avviato da alcune verifiche, prima che l’affaire deflagrasse, anche su operazioni immobiliari che lambirebbero la donna al centro della vicenda. E l’attenzione potrebbe concentrarsi anche sulle modalità dell’affidamento degli appalti per il G7 della cultura in Campania.

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