Lasciamo le questioni morali e giudiziarie nel cassetto. Spetterà agli elettori stabilire se Eugenio Di Santo è degno di riconquistare la fascia tricolore dopo una condanna per tentata induzione alla concussione. La giustizia ha fatto il suo corso. E quella pagina vergognosa si è chiusa con una sentenza irrevocabile. Oggi vogliamo porre un tema prettamente politico, con l’auspicio che si possa aprire un dibattito civile e nella speranza che, per una volta, gli hooligans o haters spengano i dispositivi. Quale credibilità può avere un candidato sindaco che non ha pagato, nemmeno quando era lui stesso primo cittadino, i tributi comunali? Poiché non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire poniamo il quesito in modo ancora più semplice: con quale autorevolezza il capo dell’amministrazione locale può esigere il pagamento delle tasse se lui per primo non le paga? Su questo aspetto, ripetiamo precipuamente politico, Di Santo ha un fianco scopertissimo. Che non sarà facile coprire. Il candidato sindaco deve scalare una montagna di tributi non versati. La somma totale supera addirittura i 32mila euro. Una cifra stellare. È in debito con il Comune sia come imprenditore che come persona fisica.

Eugenio Di Santo

Partiamo dalle società di cui fa parte. La “Di Santo Edilizia Immobiliare” non ha sborsato 2.363 euro di Tari, nonostante il sollecito del 2018. Ben più grave la posizione della “Novedil”. La ditta di costruzione “vanta” un indebitamento tributario di 19.233 euro nei confronti dell’ente locale per il mancato pagamento di Tares e Tari, in un arco temporale che va dal 2013 al 2020. Della “Di Santo Edilizia Immobiliare”, società di cui dal 2005 si sono perse le tracce (l’ultimo atto risale a quella data), fanno parte, oltre ad Eugenio Di Santo, anche Francesco Di Santo (deceduto), Carlo Di Santo, Giuseppina Di Santo, Teresa Raia e Maria Lettieri, quest’ultima madre di Di Santo e sorella dell’ex primo cittadino di Gricignano Andrea Lettieri. Per raggiungere il capitale aziendale di 15.300 euro ogni singolo socio ha versato 2.250 euro. Somma corrisposta anche da Eugenio Di Santo, che proprio per la sua quota parte deve sdebitarsi con il Comune per il mancato pagamento dei tributi da parte della “Di Santo Edilizia Immobiliare”. In altre parole, è tenuto a versare 2.250 euro di tasse. Fin qui, direbbe Totò, sono bazzecole, quisquilie, pinzellacchere. Il candidato sindaco fa un botto di evasione, simile ai fuochi d’artificio durante il capodanno cinese, come persona fisica, cioè come Eugenio Di Santo. Infatti, dal 2012 al 2020, quindi anche quando indossava la fascia tricolore, ha evaso la bellezza di 26.970 euro di tributi. Non ha pagato le tasse nemmeno dopo aver ricevuto più solleciti. Ecco, la questione politica che va oltre quelle etiche e giudiziarie: con quale faccia si candida a sindaco una persona che negli ultimi 8 anni non ha corrisposto la bellezza di oltre 32mila euro di tributi?  

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