“I fatti dimostrano che il nostro è un governo affidabile”. Lo ha affermato la premier Giorgia Meloni intervistata a Washington. Uno dei temi affrontati con il presidente Usa Joe Biden è stato quello dell’Africa, ha spiegato tra l’altro Meloni: “L’Italia è il principale dirimpettaio di questo continente – ha sottolineato la premier – e abbiamo una maggiore capacità di dialogare con loro”. “Io ero anticipata da una propaganda falsa, che aveva raccontato l’ipotesi di un governo come un disastro delle tenuta dei rapporti internazionali, della tenuta economica e delle istituzioni. Ma nella realtà quello che è emerso è un governo serio, affidabile, credibile, che pone con determinazione il tema dell’interesse nazionale, senza dimenticare gli interessi nazionali degli altri”, ha detto la premier. Parlare con Biden e con la Cina “sono due cose che possono stare insieme è importante farle stare insieme”, ha poi sottolineato. “Il mercato non può essere libero se non è anche equo altrimenti rischiamo di devastare i nostri sistemi industriali che hanno degli standard elevati che altri non hanno. Dunque non decoupling ma derisking nella definizione delle catene di approvvigionamento. E’ un dibattito che va fatto insieme alla Cina non contro la Cina”. “Io – ha proseguito Meloni – ho notato una consapevolezza di un tema che spiego o cerco di spiegare con dovizia di particolari in ogni contesto multilaterale – l’ho fatto al vertice Nato, al G7, al Consiglio Europeo – ma mi pare di riconoscere anche la consapevolezza che l’Italia può giocare in questo un ruolo di portavoce, di leadership, di guida spero proprio per la capacità che ha anche di capire il punto di vista dei Paesi africani anche lui i rischi. La conferenza sulle migrazioni è un’altra iniziativa sulla quale anche gli Stati Uniti sono stati molto interessati, ci hanno fatto i complimenti. Ritengono che possa essere molto utile mettere insieme tutti i Paesi del Mediterraneo allargato – quindi non solamente Paesi africani, Unione europea ma anche i Paesi arabi – nel ragionare insieme su come si fermano i flussi. Perché poi, purtroppo, attraverso le reti di trafficanti” ci sono anche “tratte di droga, di organi, di esseri umani. E quel potere che queste organizzazioni criminali stanno assumendo si rivolta anche contro gli Stati, contro la loro stabilità, particolarmente in Africa. Quindi tutto diventa, in una guerra che è sempre più ibrida, un problema che noi dobbiamo focalizzare. Questo riguarda l’Alleanza Atlantica per esempio, riguarda i nostri partner, riguarda noi, riguarda i Paesi europei”.