L’opposizione albanese di centrodestra è sul piede di guerra contro il premier Edi Rama per la firma a Roma dell’accordo sui migranti con la premier italiana Giorgia Meloni. Nonostante “la gratitudine verso l’Italia, per quanto fatto negli ultimi 33 anni a nostro sostegno, noi non siamo ancora pronti ad intraprendere un simile passo”, ha scritto su Fb il vicepresidente del parlamento, Agron Gjekmarkaj, membro del Partito Democratico (Pd): “Il governo Meloni è sotto grande pressione per la gestione della crisi” dei migranti, e “il governo Rama non dovrebbe trasferire in Albania questa crisi”. Una struttura per i migranti al porto di Shengjin, ha avvertito Gjekmarkaj, farebbe inoltre “svanire il sogno di questa importante località balneare nel nord del Paese di sviluppare il turismo”. Il leader del Pd, Lulzim Basha, ha puntato invece il dito sulla mancanza di trasparenza da parte del premier che “non ha nessun mandato a negoziare con nessun Paese: l’Italia è un nostro alleato e partner, un Paese amico, ma qui si tratta degli interessi nazionali”, ha aggiunto, accusando Rama di essere responsabile della fuga degli stessi albanesi all’estero “mentre decide di far arrivare qui i migranti illegali. E’ inaccettabile”. Rama avrebbe siglato l’accordo “spinto solo dai suoi loschi interessi”, ha denunciato l’ex premier di centro destra Sali Berisha, mentre dal Partito della Libertà (Pl) dell’ex presidente della Repubblica Ilir Meta il premier albanese viene accusato di “usare il Paese come se fosse una sua proprietà privata. Un mercante disposto a fare affari con gli interessi dell’Albania, in cambio di sostegni disonesti e traffico di influenze”, ha scritto il parlamentare del Pl, Petrit Vasili. I media albanesi hanno dato risalto anche alle polemiche politiche che l’accordo ha alimentato in Italia, ricordando d’altra parte una dichiarazione di Rama del novembre 2021, quando promise che “l’Albania non sarà mai un Paese in cui altri Paesi più ricchi possano allestire campi per i loro profughi”. L’accordo con l’Albania sui migranti annunciato ieri può diventare “un modello di collaborazione tra Paesi Ue e Paesi extra-Ue sul fronte della gestione dei flussi migratori”, ha detto oggi la premier Giorgia Meloni in un’intervista a Il Messaggero. E’ un’intesa “che rafforza il partenariato strategico tra Italia e Albania e si pone sostanzialmente tre obiettivi: contrastare il traffico di esseri umani, prevenire i flussi migratori irregolari e accogliere in Europa solo chi ha davvero diritto alla protezione internazionale” aggiunge Meloni. Per la segretaria del Pd Elly Schlein l’intesa “sembra in aperta violazione delle norme di diritto internazionale e di diritto europeo”. La segretaria dem lo ha detto, pur precisando di dover guardare ancora bene il protocollo, a Radio Capital. Giorgia Meloni, ha quindi aggiunto Schlin , dovrebbe piuttosto “convincere i suoi alleati nazionalisti europei a condividere l’accoglienza, e non lasciare sola l’Italia”. L’accordo con l’Albania è “illegittimo a livello nazionale e internazionale, inefficace come disincentivo” all’immigrazione illegale e “ininfluente per l’accoglienza: cambia solo che costerà molto di più”. Lo afferma l’ex viceministro dell’Interno del Pd Matteo Mauri, sottolineando che “per prima cosa il governo deve rendere pubblico il testo, se c’è” e che “quelle norme devono passare dal parlamento italiano”, perché “non è assolutamente vero” che bastano i due trattati internazionali di cooperazione già siglati in passato con Tirana. Quelle previste dal protocollo siglato con l’Albania “non sono Cpr ma strutture come quella di Pozzallo-Modica, dove si trattengono persone, con provvedimento convalidato del giudice, per il tempo necessario per svolgere le procedure accelerate di identificazione e gestione della domanda di asilo di persone provenienti da Paesi sicuri”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in audizione al Comitato parlamentare Schengen. “Siamo in contatto con le autorità italiane, abbiamo chiesto di ricevere dettagli sull’accordo per la migrazione con l’Albania”. Lo dice una portavoce della Commissione Europea al briefing quotidiano. “Prima di commentare oltre dobbiamo capire cosa s’intende fare esattamente”. “Siamo stati informati dell’accordo Italia-Albania prima dell’annuncio”, fa sapere una portavoce della Commissione Europea. “L’accordo tra Italia e Albania, dalle nostre prime informazioni, sembra diverso da quello tra Gran Bretagna e Ruanda”, ha sottolineato la portavoce della Commissione Ue Anitta Hipper nel briefing con la stampa ribadendo, tuttavia, che la Commissione ha chiesto ulteriori dettagli sull’intesa. “L’accordo tra Italia ed Albania sui migranti firmato ieri a Palazzo Chigi, per quel poco che si capisce un assoluto e inquietante inedito per l’Italia e per i paesi della Ue, deve essere illustrato al Parlamento. Meloni e Tajani riferiscano subito alla Camera i dettagli, giuridici ed economici, di un accordo che ha tutta l’aria di essere solo uno dei tanti, illusori, spot populisti della maggioranza Meloni”. Lo afferma il deputato di Più Europa Benedetto Della Vedova. “Centocinquantamila migranti via mare. Blocco navale? Slogan. Patto con la Tunisia? Scomparso. Accordo europeo? ‘Non rispondono al telefono’. Colpo di genio, il ‘patto dello spritz’ con l’Albania: prima li mando lì e poi li riprendo, fuori da regole UE. Meloni e il gioco disumano delle 3 carte”. Lo scrive su Twitter il deputato del Pd Enzo Amendola. “Meloni nasconde la polvere della sua fallimentare politica migratoria sotto il tappeto albanese, lanciando l’ennesimo spot che non risolvere il problema”. Lo dichiarano i parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Politiche Ue di Camera e Senato: i deputati Elisa Scutellà, Filippo Scerra e Bruno Raffaele i senatori Pietro Lorefice e Dolores Bevilacqua. “Dopo essersi resa conto che non si possono fare i blocchi navali e che non si può riempire l’Italia di Cpr, un’altra idea geniale: spedire tutti i richiedenti asilo maggiorenni soccorsi in mare dalle navi governative italiane in un due hotspot extraterritoriali in Albania a gestione italiana. I bambini accompagnati dal solo padre verranno separati? E chi valuterà la maggior età dei ragazzi? Ma soprattutto – osservano – che fine faranno le migliaia di migranti che in Albania vedranno respinta la loro richiesta di asilo o protezione internazionale?”. “A giudicare dalle dichiarazioni del premier albanese Edi Rama, com’è ovvio che sia, questo resta un problema dell’Italia. Italia che oggi riesce a rimpatriare solo poche decine di migranti l’anno (56 da gennaio) per mancanza di accordi con i Paesi di provenienza. Quindi – sottolineano i parlamentari – alla fine l’Italia dovrà riprendersi dall’Albania tutti i migranti in attesa di rimpatrio, senza nessuna differenza rispetto ad oggi”. “Meloni – concludono – si inventa soluzioni che non risolvono nulla, invece di fare l’unica cosa necessaria: lavorare su accordi europei di rimpatrio, su vie legali d’accesso in Europa con pre-selezione delle domande nei Paesi d’origine e distribuzione alla fonte e, in attesa di questo, su un meccanismo strutturale e obbligatorio di ricollocamento europeo. Tutto il resto significa prendere in giro gli italiani e lasciare sull’Italia il peso della gestione dei flussi migratori”. “L’accordo con l’Albania è il classico provvedimento fumoso di un governo che non sa più dove sbattere la testa: è pura propaganda”. Lo ha detto Davide Faraone, deputato di Italia Viva, a Sky. “La Meloni, come sempre, ha parlato di ‘accordo storico’ ma l’Albania non diventa altro che un luogo di posteggio temporaneo. Se si verifica che i migranti spediti in Albania hanno diritto all’asilo, verranno rimandati in Italia. Per quelli che non hanno diritto allo status di rifugiati, o esiste un accordo sui rimpatri con i paesi di provenienza e allora li rimpatriamo – ma lo facciamo anche oggi; oppure quelle persone dovranno tornare in Italia. Mi spiegate che cosa cambia? Il problema dell’immigrazione si affronta in Europa, cambiando le regole. Se continuiamo a tenere il Trattato di Dublino per com’è e ad accettare i veti dei paesi sovranisti, questi problemi non li risolveremo mai. Né li risolveremo se continuiamo a usarli per fare solo della propaganda”, ha concluso.
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