Due vertici ieri in prefettura per mettere in moto la macchina dell’accoglienza napoletana. Tanti i temi trattati durante la riunione tra il sindaco Manfredi, l’assessore regionale alla legalità Morcone, forze dell’ordine e pompieri, le Asl, i rappresentanti degli arcivescovi di Napoli e Pozzuoli, il prefetto Palomba, i consoli dell’Ucraina, la Croce Rossa, la Caritas e il console ucraino Kovalenko. Nel pomeriggio, lo stesso Palomba ha incontrato i prefetti degli altri Comuni. Stamattina, inoltre, verrà istituita una cabina di regia con il consolato e la comunità ucraina per coordinare gli aiuti e monitorare gli arrivi. Sono 4 i bus da 60 persone arrivati ieri in città dall’Ucraina, ma gli arrivi di cittadini in fuga dalle bombe sono molti di più. Il coordinamento potrebbe non essere semplice da gestire, almeno nei numeri, dato che molti ucraini stanno arrivando senza dichiararsi, raggiungendo spesso i parenti che sono già da anni all’ombra del Vesuvio. Il primo step dell’accoglienza, concordato con la Regione, è stato già da ieri il trasferimento dei rifugiati al Covid hotel (168 posti) dell’Ospedale del Mare. Dopo tampone e visita medica, è partito lo smistamento. Gli ucraini in fuga dalla guerra hanno raggiunto e raggiungeranno diverse location, tra cui la struttura comunale di Marechiaro (55 posti) e i Cas di Napoli (40 posti), Benevento (30 posti), Salerno (31 posti), Caserta (50 posti), Avellino (30 posti). A queste, si aggiungono la disponibilità della Croce Rossa per 25 posti, e altre realtà più piccole (altre se ne stanno aggiungendo man mano) quali Casa di Tonia e Fondazione Massimo Leone. Poi tanti alloggi offerti da privati, che hanno risposto all’appello partito nelle ultime ore dal vescovo Battaglia. Appello anche dell’assessore Trapanese: sul sito del Comune di Napoli, che coordinerà le operazioni, (link su www.comune.napoli.it/aiuto-ucraina) c’è un forum da compilare finalizzato agli aiuti che stanno arrivando in massa da associazioni, residenti e professionisti. Per aiutare famiglie, donne, bambini e persone in pericolo in fuga dall’Ucraina – spiega il Comune – si potranno mettere a disposizione alloggi privati, strutture alberghiere e extra alberghiere, posti in comunità, stanze in conventi, contribuire alla raccolta di farmaci, offrirsi volontari come traduttori o per dare supporto psicologico.
«Abbiamo avuto i primi arrivi e abbiamo concordato una linea di azione comune per garantire piena assistenza a donne e bambini – ha detto Palomba a margine del vertice – Ora è difficile far arrivare beni di prima necessità. Serve una coordinazione in questo senso anche da parte dei privati, o si rischia di aggravare le necessità primarie dell’accoglienza, dell’assistenza sanitaria e della distribuzione. È indispensabile, e su questo abbiamo chiesto il supporto del consolato, sapere quante sono le persone che arrivano, se hanno parenti in loco e quale sia la loro situazione sanitaria. Stamattina istituiremo una cabina di regia che servirà ad avere un quadro circolare di informazione. Sarà attivo anche uno sportello in Questura, proprio per le esigenze di chi arriva. La normativa ci aiuterà, e avremo sicuramente ulteriori direttive dal Ministero sotto l’aspetto della semplificazione dell’accoglienza». «Ci aspettiamo un afflusso molto ampio – ha aggiunto Manfredi – Garantiremo a donne e bambini l’ospitalità e l’assistenza tipiche dei nostri territori». «Abbiamo offerto le strutture per l’offerta di medicinali e la disponibilità ad assistere bambini al Santobono e in altri ospedali pediatrici – ha detto il governatore De Luca – Dobbiamo evitare per quanto possibile danni ai civili. Tutto il resto viene dopo. Dobbiamo riattivare tutti i canali diplomatici, al di là delle sanzioni giustamente stabilite ai danni della Russia. Ma dobbiamo lavorare per offrire una via d’uscita anche alla Russia che mi pare si sia “incartata”». Come chiarito dal console Kovalenko nei giorni scorsi, la Città Metropolitana di Napoli conta 50mila ucraini regolari (sono dunque molti di più, se si aggiungono i cittadini senza permesso di soggiorno). Dal consolato trapela che sono stati quattro i pullman arrivati ieri all’ombra del Vesuvio. Su ogni bus, ci sono circa 60 posti: sono 240 le persone che, dunque, hanno seguito l’iter disegnato dai tavoli istituzionali e che garantisce loro lo status di rifugiati e la possibilità di accedere allo sportello messo a disposizione dalla Questura. Ma tanti ucraini stanno arrivando in città con i loro mezzi, per raggiungere i parenti e farsi ospitare talvolta anche nelle case degli anziani napoletani in cui centinaia di ucraine e ucraini lavorano come badanti. Il fenomeno degli arrivi sommersi, insomma, è destinato ad aumentare.