“Da quando sono assessora sono vittima di una campagna scomposta, molto vigliacca, fondata su metodi subdoli e scorretti, che ha una regia e degli esecutori e che prosegue quotidianamente nel silenzio di chi, da questa campagna, dovrebbe trarne un giovamento politico”. Nel caso di Marilena Belardo passare da carnefice a vittima è un’impresa impossibile anche per chi ha fatto del vittimismo un’arma politica. La puerile teoria del complotto nella gravissima vicenda (ahilei, più di una) del componente della giunta del sindaco legalitario del Pd Vincenzo Gaudino si scontra con la cruda e dura realtà (fatti riscontrati e atti ufficiali). Nonostante una caterva di prove, tutte certificabili, l’esponente di Città Visibile (i più puri dei puri, leggi l’articolo) si arrampica sugli specchi nel vano tentativo di salvare la faccia. Ma, purtroppo per la Belardo, chiacchiere e post Fb non potranno in nessun modo scalfire la verità: vive in una casa abusiva come dimostra l’ordinanza di abbattimento emessa dall’Utc del Comune di Orta di Atella (fonte più che attendibile visto che la Belardo è assessore proprio della città ortese) e ha commesso i reati di falso in atto pubblico e dichiarazione mendace davanti al notaio al momento della donazione dell’abitazione abusiva alla propria figlia (la Conservatoria dei registri immobiliari è una fonte più che attendibile). Eppure con una faccia tosta più dura dei bronzi di Riace l’assessore di Città Visibile ha il coraggio di indossare l’abito immacolato della vittima. Purtroppo per lei può consentirsi al massimo di atteggiarsi a vergine greca. “Sin dalla notte della vittoria elettorale, – ha scritto la Berlardo in un post Fb – sapevo che avrebbero provato a togliermi l’entusiasmo, a turbarmi, a farmi tornare sui miei passi, a farmi pensare “ne vale la pena?”. Sapevo che avrebbero usato metodi “violenti ed invasivi”, come li ha definiti Eleonora De Majo, che ha subito qualcosa di molto simile quando ricopriva la stessa mia carica al Comune di Napoli”. Metodi “violenti ed invasivi”?

Ma di che parla! È vero o no che la sua casa è abusiva? È vero o no che ha donato l’immobile alla figlia dichiarando il falso? Un politico perbene e onesto risponderebbe a queste domande se avesse la coscienza pulita. Mentre la Belardo parla di fuffa. Da un lato ci fa tenerezza. Col suo atteggiamento dimostra una totale inconsistenza politica e amministrativa. Governare una città difficile come Orta di Atella non fa per lei. Lo dicono sempre i fatti (certificati) e gli atti (ufficiali). In qualsiasi altro Comune del mondo, finanche nella prima Repubblica, un assessore che vive in un appartamento abusivo colpito da un’ordinanza di abbattimento si sarebbe già dimessa già un secondo dopo l’avvio del procedimento dell’Utc. O, in alternativa, il sindaco l’avrebbe revocata. In un paese “normale” un assessore che mente addirittura davanti a un notaio avrebbe chiesto scusa facendo le valigie all’istante. La Belardo non ha nemmeno un briciolo di sensibilità politica. Peggio di lei il sindaco Gaudino, spettatore colpevole di una vicenda inqualificabile. L’assessore “abusivo” scrive su Fb: “L’orgoglio della mia militanza, sempre dalla stessa parte, l’orgoglio che ho sentito quando il mio Collettivo, il Collettivo Città Visibile mi ha chiesto di fare questa esperienza, quell’orgoglio è intatto. È stupendamente intatto”. Stupendamente intatto! Si rende conto l’assessore Belardo che il suo perseverare non solo è diabolico ma offende l’intelligenza dei cittadini di Orta di Atella? E, dopo aver sbagliato scientemente una-due-tre volte, come fa a dire che va avanti come se nulla fosse? “Alle mie compagne e ai miei compagni, a tutte quelle donne e quegli uomini che in questi giorni mi stanno sostenendo e incoraggiando, dico che non ho alcuna intenzione di fare un passo indietro. E dico che fino a quando avrò la fiducia del mio sindaco, dell’amministrazione e delle persone con cui parlo ogni giorno, io resto al mio posto, con ancora più voglia e più sogni. E – conclude il post – a quei ragazzi che tante volte in questi mesi ho incontrato nelle scuole, dico che la politica, anche se non sembra, è una cosa molto bella. E che se questo è il prezzo che deve essere pagato per farla bene e con passione, beh qualcuno dovrà pur pagarlo, altrimenti, poi, come lo cambiamo il mondo”. Per carità, se per cambiare il mondo ci si deve macchiare dei reati di abusivismo edilizio, atto in falso pubblico e dichiarazione mendace il mondo lasciamolo così com’è! L’assessore di Città Visibile ha avuto il coraggio di dichiarare a un giornale locale che secondo lei la sua situazione personale “in nessun modo pregiudica o può pregiudicare gli interessi dell’ente, non sussistono né condizioni di incompatibilità, né divieti di legge, né reati”. Nemmeno Pinocchio direbbe così tante bugie. L’attaccamento alla poltrona (1.500 euro mensili) dimostrato da Marilena Belardo non ha precedenti nella storia politico-amministrativa mondiale. Se c’è qualcuno che le vuole bene, qualche perente o amico, oppure qualche esponente di Città Visibile con un briciolo di dignità, le dia un consiglio: “Statt a cas’!”. Possibilmente in una non abusiva.

Mario De Michele

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