Una richiesta di arresto nei confronti del deputato Forza Italia, Luigi Cesaro, ex presidente della Provincia di Napoli, è stata inviata alla Camera dei Deputati dalla DDA di Napoli. Cesaro è al centro di un’inchiesta su presunte irregolarità nella concessione di appalti del Comune di Lusciano (Caserta) a ditte legate al clan dei Casalesi. I pm ipotizzano i reati di concorso esterno in associazione mafiosa e turbativa d’asta. In particolare l’inchiesta si sviluppa sull’appalto dell’area Pip del comune dell’agro aversano. L’inchiesta si basa, in particolare, sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Luigi Guida, che ha guidato per lungo tempo la fazione Bidognetti del clan dei Casalesi. Secondo l’ipotesi accusatoria, numerosi appalti pubblici sono stati assegnati illegalmente a ditte vicine al clan, con l’estromissione forzata di imprese concorrenti.

Per gli appalti relativi ai lavori di realizzazione del Piano Insediamenti Produttivi e del Centro Sportivo Natatorio Polivalente, a Lusciano (Caserta), erano in lizza due imprese, la “Cesaro Costruzioni Generali”, della famiglia Cesaro, e la Emini Costruzioni, di Francesco Emini: la fazione Bidognetti del Clan dei Casalesi, però, ad un certo punto ritenne più vantaggioso appoggiare la prima impresa e si adoperò ottenendo la sostituzione del capo dell’ufficio tecnico del Comune, Gennaro Costanzo (ritenuto più vicino alla Emini) con Angelo Oliviero, arrestato oggi dai carabinieri. Secondo quanto emerge dall’inchiesta, infatti, l’impresa “Cesaro Costruzioni Generali”, avrebbe offerto al clan un corrispettivo maggiore rispetto a quello offerto dalla Emini Costruzioni. La vicenda viene raccontata dall’ex reggente della fazione Bidognetti del clan dei Casalesi, Luigi Guida, che in primo momento aveva sponsorizzato la Emini salvo poi ricredersi quando l’ex consigliere regionale Nicola Ferraro gli riferì che i Cesaro lo avevano contatto dicendosi disponibili a versare al una cifra più cospicua. La “Cesaro Costruzioni Generali” si aggiudicò la gara nel 2004, sollecitando più volte l’affidamento dei lavori. Qualche anno più tardi, però, quando si diffusero notizie sulle indagini della magistratura, rinunciò spontaneamente ai lavori.

Nell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Napoli Giuseppe Borrelli e dai sostituti Antonello Ardituro, Giovanni Conzo, Marco Del Gaudio e Cesare Sirignano, sarebbero coinvolti ex amministratori pubblici, l’ex consigliere regionale Nicola Ferraro e alcuni fratelli del deputato Luigi Cesaro. Il gip ha rigettato la richiesta d’arresto per altri sette indagati.

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