E’ regolarmente cominciata l’assemblea provinciale del Partito Democratico. La sala del Jolly Hotel è gremita all’inverosimile e molti delegati sono anche fuori dalla porta. L’assemblea è stata aperta dal presidente Vincenzo Cappello ed è poi intervenuto Peppe Roseto che ha chiesto a Vitale di fare un passo indietro per salvaguardare l’unità del partito perché in caso di commissariamento non vincerà nessuno ma perderanno tutti i protagonisti di questa vicenda. Vitale dal canto suo si è detto disponibile ad un percorso unitario per salvaguardare il partito ma senza accettare diktat da nessuno perché lui non può essere considerato il solo responsabile della situazione attuale, soprattutto se ad accusarlo è chi ha governato il partito insieme a lui. “in questi mesi – ha detto – mi sono sentito solo finanche quando mi hanno chiamato segretario della malavita. Io sindaco anticamorra ma vi chiedo chi è la malavita”. Dopo l’intervento di Gennaro Falco è subito intervenuto il delegato della segreteria regionale Gino Cimmino che ha invitato le parti ad aprire un momento di confronto unitario, non comprimibile nei tempi dell’assemblea. Nel caso caso contrario bisogna andare al voto senza discussione come da ordine del giorno. Cimmino ha anche ricordato che se si va avanti in questa resa dei conti perché la segreteria provinciale ha fallito a casa deve andare l’intero gruppo dirigente “dal presidente al segretario a tutti i membri della segreteria”. “Se riuscite a dialogare – ha aggiunto – e giungere alle dimissioni di presidente e segretario ben venga, altrimenti andate avanti e votate la mozione di sfiducia”. Cimmino ha proposto di chiudere il dibattito alle 15 e di avviare le votazioni che avverranno con due chiamate nominali. I delegati dovranno avvicinarsi alla presidenza e dire come voteranno.
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