LUSCIANO – La misura è colma. Isidoro Verolla va al contrattacco. E risponde alle pesanti accuse di collusione con la camorra lanciate dal pentito Luigi Guida con una denuncia per calunnia, diffamazione e per eventuali altri reati. Verolla ha dato mandato all’avvocato Mario Griffo a presentare querela alla Dda della Procura di Napoli e al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

L’ex sindaco di Lusciano è stato tirato in ballo nel corso del processo a carico di Enrico Fabozzi, in corso al palazzo di giustizia sammaritano. Sia durante l’esame del pm Ardituro, che nel controesame dei legali del consigliere regionale, il collaboratore di giustizia ha dichiarato di aver partecipato in prima persona alla “preparazione del bando di gara”, in accordo con Verolla (all’epoca sindaco di Lusciano), per la gestione dell’area Pip, per pilotare l’appalto e favorire la ditta “dei fratelli Cesaro”, che fa capo alla famiglia dell’onorevole del Pdl Luigi Cesaro, ex presidente della Provincia di Napoli.

Il pentito, allora capozona dei Casalesi, ha riferito di essersi incontrato in varie occasioni con l’allora primo cittadino luscianese, con il quale avrebbe stretto un patto per truccare gli appalti pubblici. Ad alcuni incontri avrebbero preso parte anche assessori e componenti dell’ufficio tecnico comunale.

Le accuse del pentito vengono “demolite” dalla denuncia presentata dall’avvocato Griffo. “Il sottoscritto – spiega Verolla in un passo della querela – veniva eletto sindaco del Comune di Lusciano in data 17/6/2004 mentre le procedure concernenti la predisposizione del bando di gara in questione venivano espletate in epoca completamente diversa e sotto diversa gestione amministrativa”.

L’ex primo cittadino fa notare, presentando un lungo elenco di atti amministrativi, che l’iter per l’aggiudicazione della gara per il Pip fu avviato dalla giunta guidata dall’allora sindaco Pirozzi. Del resto, basta leggere il bando di gara per rendersi conto che il collaboratore di giustizia afferma il falso. Il termine ultimo per la presentazione delle offerte era fissato al 31 maggio 2004, data antecedente rispetto all’insediamento di Verola a sindaco di Lusciano.

Nella dettagliata denunciata presentata dall’avvocato Griffo, l’ex primo cittadino sottolinea che gli adempimenti espletati durante il suo mandato furono “di mera presa d’atto delle determinazioni “sostanziali” adottate in precedenza”. Inoltre l’iter burocratico fu “esperite, per lo più, dall’Ufficio tecnico competente”.

Per suffragare la posizione di Verolla, l’avvocato Griffo elenca una serie di atti amministrativi che “sbugiardano” il pentito: l’adozione del piano PIP veniva statuita con deliberazione n. 23 del 23/8/2002; la procedura di gara (concessione, progettazione, gestione area, schema convenzione, bando assegnazione lotti, studio di fattibilità) costituiva oggetto di approvazione ad opera di deliberazione n. 24 del 23/8/2002.

Appare evidente che Verolla non aveva alcuna ragione per avere “contatti” con Guida, né aveva “competenze amministrative” (nel 2002 era consigliere di minoranza) di alcun tipo rispetto alla procedura relativa al Pip. Anche per quanto riguarda i presunti incontri con assessori della sua giunta, Verolla ricostruisce temporalmente i fatti e contesta “le suggestioni indotte dal narrato calunnioso di Guida”.

“Guida parla di “un primo Sindaco” e di un “secondo Sindaco”. Ora, se il “primo Sindaco” al quale si riferisce – afferma Verolla – corrisponde al sottoscritto, il narrato è radicalmente destituito di fondamento poiché, come detto, al momento della predisposizione del bando di gara (2002) il sottoscritto non ricopriva tale carica. Ma quand’anche nel fantascientifico racconto del collaboratore il sottoscritto dovesse coincidere con il “secondo sindaco” non si comprende con quali assessori il Guida avrebbe parlato: certamente non con assessori della giunta del sottoscritto, a meno di non ritenere che Guida, nel 2002, avesse doti di preveggenza, immaginando quali sarebbero potuti essere i componenti della giunta che nel 2004 avrebbe guidato il sottoscritto”.

Durante il processo a carico di Fabozzi, il pentito Guida ha dichiarato inoltre che c’era un accordo tra lui e Verolla per pilotare tutti gli appalti con piccoli importi, concessi alle ditte, che sarebbero state indicate dal clan, con affidamento diretto da parte dell’amministrazione.

Ma anche in questo caso le accuse del pentito vengono smontate dall’elenco, allegato alla denuncia, delle opere pubbliche realizzate durante la sindacatura di Verolla. Infine l’ex sindaco di Lusciano chiede ai magistrati di essere ascoltato per fornire ulteriori elementi per dimostrare la trasparenza della sua gestione amministrativa.

Il collaboratore di giustizia Guida non è nuovo a lanciare accuse senza alcun riscontro oggettivo, o peggio ancora a dichiarare cose che, una volta esaminate, risultano false e destituite di ogni fondamento, com’è avvenuto nel procedimento a carico di Fabozzi. Se invece che a Pasqua fossimo a Carnevale, Guida potrebbe travestirsi da Pinocchio. Farebbe un figurone.

Mario De Michele

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