Non c’è 2 senza 3, si dice così, no? Per la cooperativa sociale Gioia di Vivere non 5 senza 6. Ha fatto di nuovo tombola la coop di Mario Iovene e Andrea Caiazzo, nipoti rispettivamente di Rany Pagano, ex sindaco di Casaluce, oggi assessore, e di Nicola Marino, consigliere di maggioranza in carica. La Gioia di Vivere… non è mai abbastanza, si sa. Perciò il sodalizio si è aggiudicato l’ennesimo bando. Il sesto in poco più di tre anni. Stavolta nelle grinfie della cooperativa è finito il progetto per l’assistenza domiciliare ai disabili. Costo di 55.420 euro a carico dei cittadini. La mammella da cui è stato succhiato il latte sempre la stessa: l’Ambito socio-sanitario C6 sotto la presidenza di Pagano (Casaluce era Comune capofila) e il coordinamento di Ludovico Di Martino, braccio operativo dell’allora primo cittadino. L’ente sovracomunale è composto anche da Aversa (dallo scorso ottobre capofila), Carinaro, Cesa, Gricignano, Orta di Atella, Sant’Arpino, Succivo e Teverola. Con la nuova gestione targata Alfonso Golia, sindaco della città normanna, per fortuna si è voltato pagina. Ora però i rappresentanti istituzionali dei Comuni che fanno parte del C6 hanno il dovere politico-amministrativo e l’obbligo di legge di fare chiarezza su tutti i punti oscuri della conduzione griffata Pagano. Troppe coincidenze strane. Numerosi atti sospetti. Una lunga sfilza di dubbi. Un cielo di nubi che vanno diradate. Altrimenti tutti i sindaci e i loro delegati si renderanno complici di una gestione tutt’altro che trasparente. E ne pagherebbero le conseguenze sotto tutti i punti di vista.

Ritornando alla sestina azzeccata dalla Gioia di Vivere è giusto precisare che ai quei tempi Mario Iovene e Andrea Caiazzo, i due nipotini fortunati di Pagano e Marino, non erano ancora entrati nel consiglio di amministrazione della Gioia di Vivere. Almeno da quanto risulta dalla visura camerale della cooperativa. Però è fuor di dubbio che i due valenti giovani non hanno dovuto faticare più di tanto perché la dea bendata è stata sempre dalla parte della Gioia di Vivere. Nel gioco della roulette, infatti, la sestina è una combinazione di sei numeri, disposti in due file orizzontali di tre numeri ciascuna, una sotto l’altra. Se esce uno dei sei numeri che la compongono, chi vi ha puntato vince cinque volte la posta. Insomma è fondamentale il fattore C… Una peculiarità che alla coop di Iovene e Caiazzo non manca. Anzi è immensamente fortunata. Il troppo storpia. E alimenta legittime perplessità. Nelle precedenti puntate dell’inchiesta di Campania Notizie abbiamo segnalato il coinvolgimento della Gioia di Vivere già in cinque progetti promossi dall’Ambito: Home Care Premium Inps 2017, Rafforzamento del servizio sociale professionale d’ambito, Centro antiviolenza “Coccinelle”, “Svolta Pagina”, Servizio Ludoteca. A questi si aggiunge quello destinato all’assistenza ai disabili con limitata autonomia. Stavolta la coop capogruppo è la Giada. L’associazione temporanea di impresa (lo stesso metodo utilizzato negli altri 5 bandi vinti) è formata da Il Canguro e dall’onnipresente Gioia di Vivere. Sei progetti per un finanziamento pubblico complessivo di 1,5 milione di euro. Denaro pubblico che ha gonfiato le tasche sempre delle stesse persone.

Qualche amministratore locale che ha perso il pelo ma non il vizio ha avuto la faccia di marmo di affermare candidamente in consiglio comunale che non c’è nulla di strano che su 24 milioni di euro totali 1,5 milioni di euro siano stati guadagnati da due giovani. A parte che gli sono sfuggiti i rapporti di parentela con gli amministratori in carica, forse oltre ai capelli ha perso anche il senso della realtà. Il tema centrale è un altro: non è “normale” che ad aggiudicarsi i bandi siano quasi sempre le stesse cooperative sociali. Accanto alla Gioia di Vivere, che vince sempre, leggiamo costantemente i medesimi nomi: Il Sollievo, Terzo Millennio e Il Canguro. È il “sistema” creato sotto la guida di Pagano che fa gridare allo scandalo. Siamo certi che i protagonisti anche in questo caso daranno la colpa a noi “pseudo-giornalisti” con invettive da trattamento sanitario obbligatorio (servizio che sarà affidato alla Gioia di Vivere). È comprensibile: preferiscono le giornaliste prezzolate. Ma si mettano l’anima in pace. Nonostante la penuria di “materia prima” noi continueremo a fare “barba, shampoo e capelli” ai politici e agli amministratori locali allergici alla legalità.

Mario De Michele

(continua…)

 

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IL CDA DELLA COOP GIOIA DI VIVERE

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