“Un’istanza di fallimento di un’azienda pubblica che fa servizio notificata nella notte, veloce e senza discussione con la controparte, con la società”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, in merito all’istanza di fallimento dell’Eav Bus, società di trasporto su gomma della società Eav, sottolineando che “nessuno era stato avvertito se non nella notte”. “Siamo al lavoro già da stanotte – ha affermato – e tenteremo di capire cosa sia successo, nel rispetto che abbiamo sempre per il lavoro della magistratura”.

La decisione del Tribunale fallimentare “interrompe il percorso avviato di risanamento”. Era stata messa a punto “una gestione di liquidazione per la società, per rimetterla in bonus, che oggi non è più possibile per la procedura fallimentare”. Serve poi capire come mai, ha spiegato Caldoro, “per un’altra partecipata, l’Astir, è stato invece deciso che non poteva fallire perché si è ritenuto che una società in hosue non ha possibilità di fallire”. “L’Eav è una società che fa servizio pubblico, si occupa del trasporto – ha aggiunto – Occore capire il perché di decisioni diverse per due società”. Una gestione “scellerata” quella che per il passato ha caratterizzato la holding. “Abbiamo ereditato le partecipate di cui aumentava l’indebitamento, ma non fallivano mai – ha ricordato – L’indebitamento veniva coperto con altro indebitamento”. “Ora – ha evidenziato ricorrendo a un paragone – è come chiedere di frenare un treno ad alta velocità che va a trecento chilometri orari in dieci metri”. “Nessun manager ha avuto con questa amministrazione regionale un euro in più né in meno – ha sottolineato – visto che ci sono dei contratti”. La riduzione dei costi, però, ha precisato, ha riguardato anche l’Eav e “si deve lavorare per una ulteriore diminuzione”. “Da due anni a questa parte – ha affermato – noi abbniamo dato un chiaro input di forte riduzione dei costi che ha riguardato anche Eav e che deve continuare”. Il tema è dunque quello dell’indebitamento che, ha ricordato Caldoro, “aveva un aumento complessivo annuo del 10-15%, ed era arrivato a superare i 600milioni, per tutto il comparto trasporto pubblico locale”. caso “unico in Italia”, affrontato predisponendo un piano di stabilizzazione e la copertura del debito in 5 anni, la rimessa in bonus delle società e la garanzia del servizio. “Dobbiamo ora lavorare per il futuro e mettere in campo un percorso virtuoso – ha proseguito – In ogni caso abbiamo svoltato. La curva è complicata quando ci si arriva a tavoletta, perché il rischio è di finire fuori strada se non hai la macchina per reggere una eccessiva velocità”. “Noi abbiamo invertito la rotta e dato un chiaro segnale di come si può ben governare – ha concluso – In due anni, abbiamo anche ridotto il debito, ma la situazione è critica”.

 

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