Ogni promessa è debito. Dopo l’ultimo ennesimo agguato intimidatorio (leggi) ho ribadito in tutti i modi possibili, a voce, tramite messaggi, attraverso Fb, che non avrei mollato. “Vado avanti”, ho rassicurato chi (tantissimi) manifestandomi vicinanza e solidarietà mi invitava a non arrendermi. Non mi fermo. E la nona puntata dell’inchiesta sullo stadio comunale di Succivo non è un guanto di sfida ai due malviventi che lo scorso 11 novembre a suon di schiaffi e di sprangate contro la mia auto mi hanno avvertito di non “scrivere più sul campo sportivo”. Non è una provocazione ai mandanti. Meno che mai un incaponimento. È semplicemente la conferma che continuerò a fare il mestiere di cronista come sempre. Ma con più forza e impegno di prima perché so di non essere solo. Riparlare del campo di calcio non è nemmeno un atto di coraggio. Sfidare la camorra mi farebbe apparire come quello cui piace vincere facile. Dalla mia parte ci sono lo Stato e la gente onesta. Nelle fila della criminalità organizzata militano solo miserabili delinquenti. Non c’è partita. Le istituzioni e l’esercito delle persone perbene sono più forti di qualsiasi clan.

Quindi occupiamoci nuovamente dell’affare stadio. Un affare di famiglia, quella Russo, come già detto in altre occasioni. Con l’assessore allo Sport Anna Russo che non sloggia nemmeno con le cannonate e neppure dopo che Campania Notizie ha sollevato il coperchio di un pentolone pieno di intrecci parentali e di atti amministrativi illeciti. Se per Agatha Christie “un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”, nella vicenda dell’appalto di un milione e 200mila euro per il restyling dello stadio e del bando per l’affidamento a privati della gestione della struttura di indizi ce ne sono a decine. Partiamo dalla gara d’appalto milionaria. Vince la Gu.Pe.Di. Costruzioni Srl. L’80% delle quote societarie sono detenute, equamente ripartite (40 e 40) da Cherubina Di Petrillo e Giovanna Perrotta. Il restante 20% è in possesso di Pietro Guarino. Quest’ultimo è il cognato di Anna Russo, assessore allo Sport sia ai tempi del bando che della gara. Anche Di Petrillo è cognata dell’esponente della giunta Colella. Parimenti Perrotta. Un’associazione a cognate. Al netto della composizione societaria tutti sanno che la Gu.Pe.Di. Costruzioni è riconducibile a Salvatore e Carmine Russo. È di fatto gestita dai fratelli dell’assessore allo Sport. Veniamo al bando (illegittimo) per la gestione del campo sportivo.

E qui c’è il vero business. È stato vinto dall’Asd Sporting Atellana, società fondata e condotta da Salvatore Russo. La Sporting Atellana ha contribuito, tramite avvalimento (anch’esso illegittimo) all’aggiudicazione della gara a favore della ditta di Gennaro Dell’Aversana, a sua volta anche presidente della stessa società sportiva. Impossessarsi dello stadio consente una crescita esponenziale della scuola calcio e del settore giovanile. Dà la possibilità di affittare la struttura. Con gli introiti, i soldini, che salgono alle stelle. Sindaco Gianni Colella ci è o ci fa? E voi consiglieri di maggioranza cosa state aspettando per prendere le distanze da una schifezza amministrativa dalle proporzioni cosmiche? La maggioranza ha completamente disatteso l’indirizzo politico-amministrativo solennemente sancito nel corso della seduta consiliare del 28 settembre 2018. In quella occasione il civico consesso approvò l’accensione del mutuo di 1.200.000 euro presso l’istituto del Credito Sportivo (leggi il contenuto della delibera in basso). In piena contraddizione con quanto affermato in assise, si trova l’allora assessore ai Lavori pubblici Salvatore Papa, ancora oggi in giunta ma con deleghe al Bilancio e al Personale, oltre che quella di vicesindaco (in realtà è il vero primo cittadino di Succivo). Alle perplessità dell’esponente dell’opposizione Antonio Tinto, che pose un problema di eccessivo indebitamento dell’ente, il sindaco facente funzioni Papa rimarcò, parole testuali, “che sul campo sportivo vi è stato un accordo e se non si troverà un privato che si accolla le rate il problema non si pone perché saremo tutti d’accordo a non fare il mutuo”.

Nei mesi successivi alle ieratiche parole di Papa seguirono una serie di fatti strani e si palesò che le cose stavano andando per il verso giusto. Procediamo con ordine. Primo. Il mutuo fu acceso dal Comune prima che si svolgesse il bando per l’affidamento dello stadio ai privati. Se non avesse partecipato nessuno o non si fosse perfezionato l’iter burocratico chi avrebbe pagato il milione e 200mila euro ottenuto dal Credito Sportivo? Sorge il sospetto che gli amministratori già sapessero che almeno un privato avrebbe partecipato. E infatti solo la ditta di Gennaro Dell’Aversana, con l’aiuto decisivo dell’Asd Sporting Atellana di Salvatore Russo (germano dell’assessore allo Sport, come direbbero i carabinieri) presentò un’offerta. Ovviamente vincente. Giocava a una porta. In secondo luogo emerge un’altra grave incongruenza contabile e al tempo stesso politico-amministrativa. Per estinguere il mutuo il Comune deve versare una rata annua di 60mila euro per 25 anni. La combriccola Dell’Aversana-Russo si è aggiudicata la gara con un’offerta di 40mila euro annui. Non bisogna ricorrere alla calcolatrice dello smartphone per notare uno scarto, a carico dell’ente, quindi dei cittadini, di 20mila euro ogni anno. Il Comune ne sborsa 60mila e ne incassa solo 40mila.

Ma c’è di peggio. Nessuno ha ancora spiegato perché la procedura per l’esternalizzazione della gestione dello stadio non sia stata ancora perfezionata. Risultato? Il primo anno del mutuo sarà pagato interamente dall’amministrazione, ossia sempre dalla collettività. Tanto per non cambiare il “cetriolo volante”, di cui parlava l’allora ministro Tremonti, imitato splendidamente da Corrado Guzzanti, va a finire sempre al solito posto. E si conficca tutte le volte nella stessa parte del corpo. Pure se si cammina rasente muro. Purtroppo con la giunta Colella e la famiglia Russo non serve a nulla neppure guardarsi le spalle.

Mario De Michele

 

LA DELIBERA DEL CONSIGLIO COMUNALE

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