Sul caso della morte del 15enne è intervenuto il ministro della scuola Azzolina, che in un’intervista rilasciata al Mattino ha precisato come gli istituti scolastici fungano da baluardo contro la criminalità. “La scuola è l’unico strumento rimasto. Per la tragedia di sabato notte non servono parole, servono risposte. Scuola significa presenza dello Stato sul territorio. Scuola vuol dire educare alla consapevolezza delle proprie azioni, responsabilizzare i ragazzi, dare loro un’opportunità di vita che sia diversa dalla strada e dai rischi che comporta”.

Poi il passaggio sul dramma dell’abbandono scolastico: “È un problema di tutti se perdiamo i ragazzi così precocemente, se non arrivano al titolo di studio. Se non studiano e non lavorano. Come donna del Sud conosco questi problemi da vicino e ho la straordinaria occasione di poter incidere. Come? Spendendo meglio le risorse che abbiamo per innovare la scuola e la didattica e convincere questi ragazzi che lo studio, la formazione, è una grandissima opportunità. Che possono avere un futuro, una loro strada. Come Ministero dell’Istruzione abbiamo lanciato a dicembre un Piano di intervento per la riduzione dei divari territoriali in istruzione, che partirà proprio da Sicilia e Campania, le due Regioni insieme alla Sardegna con i tassi di abbandono più elevati”.

“Questo piano fa due cose fondamentali: ha l’ambizione di programmare, cioè guarda lontano, ai prossimi 10 anni. E mette in campo delle risorse economiche. Già dal prossimo anno scolastico una speciale Task Force in tutte le regioni del Mezzogiorno lavorerà per ampliare l’offerta formativa, incrementare docenti e tutor, realizzare laboratori e ammodernare le strumentazioni, potenziare le attività pomeridiane delle scuole”. La scuola è spesso presa di mira per la questione dell’abbandono e in molti sostengono che non si faccia abbastanza ma il ministro Azzolina è molto determinata. Si deve “dimostrare di poter far funzionare questa amministrazione e di saper spendere tutte le risorse a disposizione” e fino ad oggi “non è stato fatto. A quel punto avremo come Ministero la forza di pretendere un impegno ancora maggiore da dedicare alla scuola. Intanto ricordo che il taglio del cuneo fiscale deciso da questo Governo porterà da luglio in media 68 euro netti al mese a docente, sia precario sia di ruolo. Parallelamente partiranno i tavoli per il rinnovo dei contratti, su cui sono già state stanziate risorse in Legge di Bilancio”.

 

 

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