Incombe da anni tra i numerosi fabbricati circostanti come un pericolo costante. Un obelisco simbolo dell’assenza delle istituzioni comunali e del mancato controllo dei vigili urbani. Una gru che da più di un decennio sovrasta case, strade e residenti in una zona ad alta densità abitativa. Senza che nessuno in un lasso di tempo così lungo abbia mosso un dito. A nulla sono servite le rimostranze dei cittadini. Quella gru in via De Vivo, angolo via Giotto, è ancora lì tra il menefreghismo delle autorità competenti. In primis gli amministratori locali che si sono succeduti negli ultimi 12 anni e i vigili urbani. Nessuno si è mai posto il problema, evidente anche a un non vedente, della pericolosità di quella torre di ferro che sfiora le nuvole. Solo nell’aprile del 2014 l’allora sindaco Angelo Brancaccio il “Suinus” emanò un’ordinanza per chiedere “la documentazione attestante la denuncia di installazione e le verifiche periodiche effettuate. In mancanza delle “carte” il provvedimento sindacale intimava lo smontaggio entro giorni quindici dalla notifica (alla fine dell’articolo il link dell’atto). La documentazione è stata presentata? Dal Comune ci facciano sapere. Intanto la gru continua a svettare come se nulla fosse. Come i tanti problemi della città riposti in un cassetto e dimenticati. Quello che è ormai ridotto a un ferro vecchio altissimo insiste su un terreno che è di proprietà di Luigi Iovinella, padre di Nicola Iovinella “Un saluto, un sorriso”. È probabile che in quell’area dovesse sorgere un immobile. Ma poi non se n’è fatto più nulla. Forse il geometra-papà del sacco edilizio non voleva dare negli occhi? Senza l’operazione immobiliare il primo ad essersene strafottuto è stato proprio il portavoce di Campania Libera (ancora per poco).

Iovinella ha sempre pensato soltanto ai suoi redditizi interessi. E oggi nell’auspicio che la bufera giudiziaria sia passata (chissà se resterà deluso?) è addirittura tornato in prima fila con un ruolo politico di primo piano e soprattutto con un’ingerenza del tutto ingiustificata nella gestione amministrativa. È una presenza fissa e ingombrante al municipio. Effettua sopralluoghi con gli assessori. Ha stretto un legame assiduo col vicesindaco (ancora per poco) Peppe Roseto il “Poltronista”. Ma a che titolo? Una curiosità: ma non lavora mai? Forse si è arricchito così tanto tra il 2004 e il 2007 che non ha bisogno di lavorare. Allora che altro vuole? Per caso completare l’opera di distruzione urbanistica avviata nella metà del 2000 sotto l’impero Brancaccio? Illustre geometra Iovinella, si dia pace, non le consentiremo di fare come l’assassino che torna sul luogo del delitto. Torniamo alla gru pericolante. Si trova in un’area dove sono sorte le ville di Tonino Russo il “Condonatore”, di Tommaso Dell’Aversana “Rockefeller” e di Salvatore Del Prete “Monsignore”. Guarda caso tutte realizzate durante il boom edilizio. Ci risulta che in zona ci siano terreni e immobili di altri amministratori locali dell’epoca. Corrosa dagli anni con i tiranti arrugginiti e ossidati la gru desta la legittima preoccupazione di abitanti e passanti. Il rischio crollo è più che reale. E i danni a cose e persone sarebbero disastrosi.

Egregio sindaco Andrea Villano “Scrotino d’oro” ed esimio comandante Salvatore Gradinetta, il Gassman dei vigili urbani d’Italia, per cortesia fateci sapere se è stato effettuato il collaudo della struttura in ferro (vecchio). In caso contrario sarete voi i responsabili di un’eventuale tragedia che ci auguriamo non accada mai. Però il rischio crollo è reale. E va scongiurato subito. È dovere del Comune e della polizia municipale correre ai ripari senza ulteriori indugi. Ed è un sacrosanto diritto dei numerosi residenti di via De Vivo, angolo via Giotto, vivere senza il timore di essere travolti da un’enorme gru che da circa 12 anni non è stata sottoposta a nessuna verifica statica. Sindaco Villano e comandante Gradinetta datevi una mossa. Risolvete il problema. Al più presto. In caso di crollo non potrete dire “non sapevamo”. Sarete voi i colpevoli di un disastro. Annunciato.

Mario De Michele

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