Vincenzo De Luca non molla. E le trattative per la formazione della nuova segreteria regionale del Pd si impantanano nella palude dei veti incrociati. Il sindaco di Salerno si vuole accaparrare a tutti i costi una postazione di primissimo piano, in grado di gestire e condizionare l’azione della squadra guidata dalla renziana Assunta Tartaglione. In base all’esito delle primarie e in considerazione del fatto che il neo leader campano dei Democratici è “espressione” di Napoli, la prima scelta spetta ai salernitani. E De Luca rivendica la carica di responsabile dell’organizzazione, facendo capire fin dall’inizio che la sua richiesta non è negoziabile: “Non si tratta”. L’unica alternativa gradita al primo cittadino di Salerno è quella di portare a casa l’incarico di vicesegretario o quello di coordinatore della segreteria, qualora si decidesse di non nominare vicesegretari. A causa dei diktat di De Luca non sono ancora stati definiti i posti chiave.

C’è l’accordo sul numero dei componenti: 15 incluso il segretario. E sulla distribuzione territoriale: 8 membri a Napoli, 2 a testa a Salerno e Caserta, uno a testa a Benevento e Avellino. Ma la partita politica vera non si gioca sui numeri complessivi. La quadratura del cerchio si deve trovare sull’assegnazione delle cariche “pesanti”, quelle che influiscono. E senza un passo indietro di De Luca non è stato ancora possibile definire il vertice della piramide in cima alla quale c’è la Tartaglione. Se si segue il modello nazionale non saranno indicati vicesegretari. In tal caso si nominerà un coordinatore o un portavoce. Ma l’epicentro dell’accordo è il responsabile dell’organizzazione. Il sindaco di Salerno non si accontenta di un’eventuale carica di “semplice” vicesegretario. Pretende che abbia anche la delega all’organizzazione. Ma perché? La disputa sulla composizione della segretaria campana si intreccia a doppio filo con le prossime elezioni regionali in calendario nel 2015. De Luca vorrebbe ricandidarsi a presidente della Regione. Per farlo dovrà partecipare e vincere alle primarie. E chi sovraintende a tutte le operazioni per lo svolgimento delle primarie? Il responsabile dell’organizzazione. Ecco il vero nodo da sbrigliare.

Ed per questo che la richiesta del sindaco di Salerno è apertamente osteggiata dai napoletani, a prescindere dalle correnti. Ma in realtà la posizione di De Luca non è vista di buon occhio da nessuno dei dirigenti delle altre province. Assegnare ai salernitani un ruolo preminente (subito dopo il segretario, per intenderci) potrebbe significare consegnare il Pd nelle mani De Luca. Si potrebbe eccepire che su ogni decisione l’ultima parola spetterà comunque alla Tartaglione. Ma anche qui non sono poche le perplessità. C’è il timore fondato che la deputata trascorri molto del suo tempo a Roma, lasciando sguarnito il territorio campano. A quel punto gli spazi lasciati vuoti sarebbero occupati dai salernitani, ovvero da De Luca. Che partirebbe fortemente avvantaggiato nella corsa per la candidatura alla presidenza della Regione. Ad onor del vero un’altra partita si gioca a Napoli. La Tartaglione è considerata emanazione del consigliere regionale Mario Casillo. Perciò gli altri alzano il tiro. In particolare Lello Topo, capogruppo Pd nel parlamentino campano, e Francesco Nicodemo, responsabile nazionale della Comunicazione, vogliono contare di più. Stesso discorso per le altre componenti, area dem (Amato-Armato) e bersaniani (Cimmino). Si teme di passare dalla padella (De Luca) alla brace (Casillo). L’obiettivo, quindi, è trovare un assetto in regionale che garantisca equilibrio territoriale e politico.

Passiamo ai nomi. Come detto, la prima scelta tocca a Salerno. De Luca punta sul suo pupillo Nello Mastursi, guarda caso attuale responsabile dell’organizzazione del Pd di Salerno. Per l’incarico si rimanda a quanto scritto prima. Il secondo nome, quello di una donna e con deleghe “leggere”, sarà avanzato dal consigliere regionale Valiante. Poi spetta a Caserta fare un nome per una carica “influente”. Nelle trattative l’unico referente di Terra di Lavoro è stato ed è Nicola Caputo. Il consigliere regionale ha investito su un uomo di sua fiducia e di grande esperienza politica e amministrativa, ovvero Dionigi Magliulo, sindaco di Villa di Briano. A lui sarà attribuito un posto di prestigio: vicesegretario, coordinatore della segreteria o responsabile dell’organizzazione, a seconda di come si risolverà il caso De Luca. Terra di Lavoro indicherà un altro nome, quello di Rosida Baia, sponsorizzato sempre da Caputo e sostenuto da Pina Picierno.

Per la provincia di Napoli, Topo ha già incassato il sì per la nomina di Leo Annunziata, sindaco di Poggiomarino, a responsabile Enti locali, mentre Nicodemo si è accontentato di un posto in seconda fila, che sarà occupato da Luciano Crolla. I bersaniani puntano su Cimmino, candidato alla segreteria provinciale di Napoli. Una donna sarà invece indicata dall’area di Amato e Armato. Il volto della nuova segreteria regionale è stato delineato. Ma per ora è ancora presto per la foto di gruppo.

Mario De Michele

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