“Ha detto il Ctu, dice: che ti devo dare? 3.000 euro? E io te li do.. a me non me ne f…!”. La conversazione in cui c’e’ questo passaggio intercettato e’ del marzo 2007 e vede protagonisti Fulvio Napoletano, impiegato presso Agenzia Sviluppo Settore Ippico, ora agli arresti domiciliari per l’indagine sulle truffa alle agenzie assicurative che ha portato a 31 misure cautelari, e Giosue’ Fioretto, marito di Emiliana Carrino, sorella di Anna, ex compagna del boss dei Casalesi Francesco Bidognetti. I due, spiega il gip di Napoli, Carlo Alessandro Modestino, che ha firmato i provvedimenti, stavano per accordarsi sul risarcimento danni derivante da un falso incidente stradale. Fioretto, infatti, risponde “Allora domani la quantifichiamo pure!”. L’indagine che ha svelato un accordo per fingere sinistri e danni da incidenti stradali che in 76 casi ha fruttato almeno 1 milione di euro e’ partita da un esposto di una societa’ assicurativa del gruppo Fondiaria che in un solo giorno si e’ vista condannare 8 volte da un giudice di pace, Nicola Matteoni, in servizio ad Airola ma ora a giudizio al tribunale di Roma. In quattro casi, poi, la vittima da risarcire era la stessa persona, Rosa T. Nell’aprile del 2007, inoltre, Fioretto, che gli inquirenti considerano ‘regista’ dell’operazione, aveva costretto una persona a ritrattare dichiarazioni rese ai carabinieri del nucleo operativo di Caserta che indagavano sull’organizzazione.

In una intercettazione tra Fioretto e uno degli avvocati della banda, Eugenio Izzo, il primo racconta: “Allora, io sono passato dove abitava lui attualmente, dove c’e’ la sua famiglia … mi hanno detto che loro sono giorni che non lo hanno visto … pero’ mi hanno detto che lo avrebbero rintracciato e lo avrebbero fatto trovare senza nessun problema”. Fioretto si contraddistingue da tutti gli altri indagati perche’ evita l’utilizzo prolungato del telefono, limitandosi a dare appuntamenti in determinati posti. La sua vicinanza con il clan dei Casalesi e’ legata alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Luigi Guida. “Ricordo che il Fioretto – dice il pentito – oltre alle estorsioni, commetteva truffe, inventando finti sinistri stradali di cui si procurava il risarcimenti danni per il danneggiamento dei veicoli e per le lesioni alle persone. Cambiava le targhe alle autovetture, oppure fingeva che vi erano stati degli incidenti, oppure faceva risultare danni molto piu’ gravi di quelle che in realta’ erano state piccole botte alle carrozzerie”.

 

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