Esordisco con un’ovvietà: quelli delle Iene sono molto più bravi di me. Si vede. E si sente. Il servizio su ciò che mi è successo (clicca sul link in basso) è totalmente fedele ai fatti raccontati con la consueta maestria e con un avvincente montaggio alla Godard del rivoluzionario “Fino all’ultimo respiro”. Di Silvio ed Eleonora, che ho avuto il piacere di conoscere e ospitare a casa mia, posso solo parlar bene. Non solo perché sono dei professionisti di valore ma soprattutto perché sono persone con uno spessore umano difficilmente rintracciabile nei brutti giorni che viviamo, come direbbe Battiato. Ma sono rammaricato. Lo ammetto. Il sindaco Gianni Colella e l’ex (per fortuna) assessore Anna Russo hanno imbrattato di melma l’immagine di Succivo.

Il primo cittadino si è espresso in una lingua a noi umani (Blade Runner) sconosciuta. Un misto tra il bantu, il sandawe e il nama con un velo di vernacolo napoletano e il farfuglio di un idioma forse autoctono. Rispetto al primo cittadino succivese, l’onorevole di Forza Italia Luigi Cesaro, noto sterminatore della grammatica italiana, appare più colto del fondatore dell’Accademia della Crusca. Incalzato dalla Iena Silvio Schembri, il sindaco Colella è stato seppellito da una montagna di detriti organici. Milioni di italiani si sono chiesti come sia possibile che un semianalfabeta sia a capo di un’amministrazione comunale. Quale sortilegio si è abbattuto sulla provincia di Caserta e sull’Agro aversano per arrivare a raschiare il barile fino al punto di toccare il sottosuolo? Succivo faceva parte dall’antica Atella, dove nel IV secolo a.C. andavano in scena le Maschere Atellane (Maccus e Baccus, per citarne alcune).

Nell’Anno Domini 2019 al timone di un Comune con una storia millenaria alle spalle c’è un ciuccio matricolato. Quali peccati capitali hanno commesso i figli di questa terra maledetta, un tempo Campania Felix? Nel servizio delle Iene si è visto un primo cittadino non solo appena alfabetizzato ma anche più bugiardo di Pinocchio. Colella ha avuto la faccia di bronzo, per non dire altro, di dichiarare davanti alle telecamere che l’assessore allo Sport Anna Russo ha spontaneamente rassegnato le dimissioni subito dopo l’evidente conflitto di interessi portato a galla da Campania Notizie sul caso stadio comunale. Un appalto di oltre un milione di euro e la gestione della struttura finiti nelle mani della ditta e della società sportiva del fratello. Secondo il capo dell’amministrazione l’assessore Russo si sarebbe dimessa “spontaneamente subito dopo la nostra inchiesta”.

Freud parlerebbe di psicopatologia della vita quotidiana. Lo dicono i fatti. Che il sindaco di Succivo abbia ingaggiato un conflitto nucleare, senza l’esclusione di armi batteriologiche, con la grammatica italiana lo ha capito tutto il globo terracqueo. Ma che non sa contare nemmeno fino a nove è davvero il colmo. Non gli risulta che fino alla nona puntata dell’inchiesta di Campania Notizie la Russo non si è schiodata dalla poltrona di assessore?

L’arte della menzogna di Colella è valorizzata, ad adiuvandum, da quel rompicoglioni di Silvio Schembri. Da buona Iena qual è contatta telefonicamente Anna Russo che oltre a smentire di essersi dimessa dichiara di essere stata revocata dalla giunta e di essersi già rivolta ad un avvocato per impugnare la decisione del sindaco. Nessun imbarazzo per il fatto che il campo sportivo comunale sia diventato un affare di famiglia. Anzi rivendica con orgoglio che il suo albero genealogico è cresciuto dal seme dell’onestà. Prendiamo per oro colato le sue parole. Da cronisti però “indagheremo” sulla realizzazione del Parco Ruvit ad Orta di Atella. Anche in quel caso spunterà un cognome “familiare”. Per informazioni più dettagliate l’ex assessore Russo potrebbe chiedere a suo padre.

Un’ultima cosa la devo dire perché ho finito le le scatole di Maalox. Ascoltare Gianni Colella dire che a Succivo la camorra non esiste mi ha provocato la dissenteria. Quando si è poi riempito la bocca delle parole di Peppino Impastato (“la camorra è una montagna di merda”) mi è venuto da vomitare. I conati proseguono tuttora.

Mario De Michele

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