La figlia del comandante dei vigili urbani Lucio Falace è stata assunta al Conad per indubbie capacità. Va bene. Diciamo. La metà delle persone che lavorano all’asilo nido da poco aperto sono parenti o sostenitori del sindaco, di consiglieri e di esponenti politici di maggioranza. Non ce la sentiamo di dire che anche questo va bene. Lo afferma solo Giuseppe Dell’Aversana che mente sapendo di mentire e con una massiccia dose di faccia tosta. Per “apparare” un guaio grande come il “pallone” dell’auditorium commesso dalla preside Maria Barbara Belardo il civico consesso (con tanti banchi vuoti e con il sì di Iolanda Boerio, che oscenità!) ha approvato una delibera illegittima anche agli occhi di un bimbo in fasce. La toppa è stata peggiore del buco. Ben 41mila euro sottratti alle casse comunali, quindi ai cittadini, per evitare che li cacciasse di tasca propria la dirigente scolastica. Fatta salva la buonafede della preside resta il fatto che non spettava all’Ente locale pagare al posto dell’istituto “Cinquegrana-Rocco” la ditta che ha effettuato i lavori. E neanche questo va bene. Anzi prefigura a nostro avviso una serie di reati contabili e penali.
Egregio sindaco Dell’Aversana comunichi a Campania Notizie la data di un confronto pubblico. Inviteremo un avvocato amministrativista di indiscusso valore, un pm, un giudice e i carabinieri. Da parte nostra massima disponibilità. In passato sono stati rilasciati a edifici pubblici certificati di agibilità “appezzottati”. C’è stato un assessore pignorato. Consiglieri-tecnici che hanno ritirato a mano concessioni edilizie da loro stessi progettate. E potremmo continuare ancora per molto. Ma l’ultima gravissima irregolarità di cui si è macchiata l’amministrazione marchiata Dell’Aversana ci ha fatto sobbalzare dalla sedia. Quando abbiamo letto le carte ci siamo stropicciati gli occhi. Dopo aver puliti gli occhiali con l’apposita pezzolina abbiamo riletto tutti i provvedimenti e abbiamo avuto la conferma che anche nell’affidamento dei lavori per la manutenzione della pubblica illuminazione è tutto illegittimo. Dall’inizio alla fine. E anche in questo caso c’è un legame, non stretto, tra il titolare della ditta assegnataria dell’appalto e il sindaco Dell’Aversana. Una parentopoli infinita. Basata su pastrocchi talmente pacchiani da escludere che si tratti di ciucciaggine o di errori scevri da malafede.
Veniamo al dunque. Con la liquidazione della Multiservizi (passaggio di cantiere gestito in modo vergognoso) il Comune ha svolto quella che tecnicamente si definisce “procedura ristretta su invito” per appaltare la manutenzione della pubblica illuminazione. Importo di 35mila euro per 6 mesi. A mezzo Pec viene richiesto un preventivo a 18 ditte. Ci saremmo aspettati che avrebbero accolto l’invito almeno una quindicina di imprese. Per 6 mesi di lavoro 35mila euro non sono pochi. Sorpresa. Ne partecipa solo una. Quale? La D.R. Impianti. Che chiude il 2018 in bellezza perché l’appalto le viene affidato il 31 dicembre. È una ditta individuale. Chi è il titolare? Roberto Dell’Aversana. Un parente del primo cittadino. Non sono familiari stretti ma si frequentano e hanno ottimi rapporti personali. Fin qui va bene. Diciamo. A differenza degli amministratori, della segretaria comunale (responsabile Anticorruzione) e dei funzionari noi di Campania Notizie siamo oculati. Leggiamo con attenzione documenti, atti, incartamenti. Non è il nostro mestiere. Ma abbiamo imparato nel corso degli anni a farlo per fornire un’informazione corretta e sempre documentale ai nostri lettori. Cosa abbiamo scoperto? Una cosa che noi stessi abbiamo stentato a credere. La D.R. Impianti non possiede i requisiti di legge per svolgere il servizio di manutenzione della pubblica illuminazione. E quindi non solo non poteva aggiudicarsi l’appalto ma non doveva nemmeno essere invitata a partecipare alla procedura negoziale (leggi la determina al termine del pezzo).
Stavolta il sindaco Dell’Aversana non dovrà nemmeno sperticarsi nella solita raffica di bugie social. Pubblichiamo al termine dell’articolo la visura camera dell’impresa del suo parente. Nella ragione sociale non è prevista la possibilità di effettuare lavori di pubblica illuminazione. Requisito essenziale per essere invitata, rispondere all’invito e vincere l’appalto. La D.R. Impianti è sprovvista della categoria indispensabile per effettuare la manutenzione di pubblica illuminazione. Per poterlo fare dovrebbe ad esempio essere abilitata anche alla manutenzione delle lampade votive nel cimitero. La ditta del parente di Dell’Aversana non possiede nulla di tutto questo. Ripetiamo, si tratta di categorie-requisiti imposti dalla legge. Per nulla facoltativi.
Conclusione: Tutto irregolare. Appello: sindaco Giuseppe Dell’Aversana si dimetta!
Mario De Michele