Sono 29 le persone rinviate a giudizio nell’inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere sugli incarichi di staff al Consorzio idrico Terra di Lavoro. Con la conclusione delle indagini il gip Dello Stritto ha fissato per gennaio 2022 la prima udienza del processo. L’L’accusa principale di cui devo rispondere, a vario titolo, gli imputati, è abuso di ufficio. Alla sbarra Pasquale Di Biasio (Carinola), attuale presidente del Cda e a capo dell’Idrico anche ai tempi dell’avvio dell’inchiesta che riguarda le passate gestioni. Dopo anni nel Pd è recentemente entrato nella corte del consigliere regionale Giovanni Zannini. Sotto processo anche i precedenti componenti del consiglio di amministrazione Carmine Palmieri (San Felice a Cancello), Franco Cervo (Aversa), Felice Del Monaco (Maddaloni), Carlo Sorrentino (Caserta), Angelo Garofalo (Villa Literno) e Antonio Siero (San Prisco).
Rinviati a giudizio anche Giuseppe Farbo, 68enne di Maddaloni, Maria Rosaria Campochiaro, 38enne di Aversa, Lucio Russo, 61enne di Nola, Antonio Rosario Mastrogiacomo, 65enne di Caserta, Cesare Cuccaro, 4oenne di Pignataro Maggiore, Angelo Chianese, 39enne di Casandrino, Maria Ciccarelli, 44enne di Caserta, Antonio De Lucia, 36enne di Maddaloni, Gabriella De Franciscis, 46enne di Caserta, Corrado Freddino, 44enne di falciano del Massico, Giovanni Renzullo, 46enne di Marcianise, Biagio Lunato, 40enne di Macerata Campania, Veronica Valentino, 36enne di San Felice a Cancello, Alessandro D’Addio, 54enne di San Felice a Cancello, Enzo Ciotta, 50enne di Caserta, Raffaele Dell’Anno, 36enne di Valle di Maddaloni, Ivana Cristiano, 38enne di Trentola Ducenta, Pier Angelo Consoli, 40enne di Francolise, Vincenzo Rossini, 63enne di San Felice a Cancello, Maria Grazia Peluso, 49enne di Caserta, e i 30enni Tammaro Ucciero e Nicola Ucciero di Villa Literno. Oltre a contestare le mansioni svolte dagli staffisti (non previste dal regolamento del Consorzio), il pm ritiene illegittime le promozioni di alcuni dirigenti, che non sono state effettuate tramite concorso. Inoltre, nel mirino degli inquirenti sono finiti gli emolumenti dei manager dell’Idrico. Somme che ammontano a centinaia di migliaia di euro, secondo l’accusa percepite illegittimamente. Il Terra di Lavoro è ormai da anni nell’occhio del ciclone proprio per gli stipendi altissimi che intascano i membri del Cda. Cifre stellari che toccano quota 6.000 euro mensili. Eppure, come abbiamo evidenziato in una nostra recente inchiesta, il Consorzio, che è composto da 29 Comuni, nel solo 2019 ha fatto registrare un debito addirittura di 20 milioni di euro. Ma quando si tratta di soldi pubblici sprechi e gestioni allegre sono orami prassi consolidata. Purtroppo.