di Ginorossi
Hatsune Miku: cosa significa? “Hatsu” vuol dire Primo, “Ne” vuol dire Suono, “Miku” vuol dire Futuro. Il Primo Suono del Futuro. Chi è? Ha sedici anni, è alta 158 centimetri, pesa 42 chili.
Cantante e Ballerina di “Jpop”, la “J” sta per Japan (Japan pop). La sua estensione vocale spazia quasi su tutto lo spettro del pentagramma, la voce è quella dell’attrice giapponese Saki Fujita. Ce la presenta così la sua casa produttrice, la Crypton Future Media.
Peccato però, che non potremo mai incontrarla perché non esiste in carne e ossa: è un ologramma animato che canta grazie a un sintetizzatore che lavora sul campionamento della voce di Saki Fujita. Tutto è iniziato nel 2007 quando la Crypton Future Media utilizza un software della Yamaha chiamato “Vocaloid” (Vocal + Android) lancia sul mercato il primo cd di Hatsune Miku che diventa così a tutti gli effetti la prima diva “androide” del futuro. Vocaloid è un software pazzesco che è in vendita e funziona più o meno così.
Basta mettere attraverso una tastiera delle note e le parole di una canzone, si schiaccia un tasto e appare Hatsune Miku con la sua immagine anoressica che inizia a cantare la canzone accompagnata dalla sua band. Logicamente la voce si può cambiare a proprio piacimento e secondo i gusti. Le cronache ci dicono che la diva spopola fra le teen-ager giapponesi e i suoi dischi vanno a ruba. Ha inciso centinaia di canzoni tra le quali molte hit. I suoi concerti sono seguiti da migliaia di fans scatenati che oramai s’identificano nel personaggio tanto che è diventata una moda anche l’abbigliamento e il trucco. Su YouTube si possono vedere i filmati dei concerti con folle di adolescenti in delirio. La cosa strana riguarda però proprio i concerti di Miku, sul palco appare l’ologramma ma il resto è tutto vero. La diva è accompagnata da una band che suona dal vivo con strumenti veri!
In pratica un playback al contrario! Ma il bello (o il brutto) è che tutto ciò non interessa a nessuno, quando sale sul palco il nostro piccolo ectoplasma, viene accolto dai fans con una ovazione accompagnata da un’esplosione di bastoncini luminosi che cominciano a dimenarsi al ritmo delle sue canzoni sino al termine del concerto. Il fenomeno è in forte ascesa tanto che dopo Hatsune si è avuto un vero e proprio boom di cantanti “sintetiche”, se ne contano già quattro, il che fa pensare che fra poco saremo inondati anche noi da questo fenomeno. Viene da chiedersi come mai i giovani si identificano in un personaggio che non esiste nella realtà? Le risposte di alcune fans sono abbastanza illuminanti. C’è chi dice che di sicuro manderà in pensione Lady Gaga (e questo non sarebbe male), qualche altra preferisce che non esiste perché così non potrà tradire mai, chi dice che è meglio così perché non invecchierà, qualche altra che confessa: esiste nel mio cuore, e così via.
Una domanda allora dobbiamo porcela di fronte a tali commenti. Senza voler fare sociologia – non è questo il luogo e oltretutto non ne sarei capace – credo bisogna chiedersi se una parte del mondo giovanile non abbia paura della realtà. Identificarsi così in un personaggio virtuale sia da parte dei maschi che dalle ragazze potrebbe indicare un’incapacità ad affrontare i problemi quotidiani, a non saper o voler assumere responsabilità per cui il rifugio nel virtuale diventa quasi una salvezza.
D’altronde la tecnologia moderna invita, per il tipo introverso, a rifugiarsi in un mondo “finto” che può dare sicurezza oltre ad assicurare un effimero benessere. Ma la cosa che più fa male è l’uso che si fa oggi della musica. Che ne direste se attraverso un programma si potessero creare poesie? Si parlerebbe in quel caso di un nuovo poeta? E se alla stessa maniera si componesse un romanzo, ci troveremmo di fronte a uno scrittore? A questo non siamo ancora per fortuna arrivati però, oggi nel campo musicale credo si sia passato il segno nel senso che si assiste a ogni tipo di nefandezza. Premesso che sono un convinto assertore delle nuove tecnologie, credo che comunque bisogna sempre verificarne l’uso che se ne fa. Sembra che la musica possa essere usata impunemente per tutti gli scopi. Sta venendo a mancare lo sforzo creativo della composizione musicale di ogni genere.
Oggi tutto ciò che fa rumore è contrabbandato per musica. Con questo non voglio fare l’apoteosi dei bei tempi che furono, anche perché oggi vi sono come in ogni epoca artisti validi che fanno ottima musica, voglio solo rilevare che con lo sviluppo dell’elettronica e l’informatica si sta assistendo a un progressivo degrado musicale mai raggiunto prima. Ritmi ripetitivi campionati al personal computer, testi inesistenti (si prende, infatti, una frase banale e si ripete ad libitum) dove armonia e accordi sono diventati dei veri e propri opzionali. In definitiva penso che non se ne possa più. Credo che qualcosa ci stia sfuggendo di mano, tutto si sacrifica in nome del business e del facile consenso. La riprova è che assistiamo addirittura all’esibizione di un ologramma, una semplice immagine proiettata, che riesce a mandare in visibilio migliaia di giovani. Il bello (o il brutto) è che oramai questo successo ha varcato i confini del Giappone spostandosi in America.
La nostra artista (?) ha iniziato con un tutto esaurito una tournèe a Los Angeles e continuerà a San Francisco e a New York, la qual cosa rende ancora più stupefacente questo successo. Nella patria del blues, del jazz, del country, dei musicals i giovani americani rendono un tripudio a questa diva fantasma. E pensare che i giapponesi abbiano sempre copiato gli americani in tutto e ora sono loro a imporre una moda. L’Ultimate Miku World sbarcato negli USA è un vero e proprio concerto rock!
Aiuto, diteci, dove dobbiamo fuggire?