“Il Comune, così come ogni cittadino, deve rispettare la legge e non può certo permettersi di ignorare i permessi della sovrintendenza o del genio civile”. E’ quanto afferma il sindaco Biagio Di Muro, a seguito dell’ennesima polemica innescata dalla tifoseria del Gladiator in merito al rifacimento dello stadio Piccirillo.
“Siccome non voglio credere – aggiunge il primo cittadino – che ci siano strumentalizzazioni finalizzate ad altro tipo di interessi, voglio precisare i termini della vicenda, che è complessa e non può essere liquidata con le solite ‘boutade’ insensate. I lavori allo stadio sono iniziati già da tempo e subito è emerso che la gradinata era costruita con una semplice gettata di cemento su terra di riporto. Non essendo a norma, si è dovuto procedere alla demolizione. Nel frattempo, prima di proseguire ulteriormente i lavori, si è dovuto attendere il nulla osta della sovrintendenza, il che peraltro ha comportato un altro stanziamento di fondi per i saggi. Oggi, trattandosi della costruzione di una tribuna del tutto nuova, in ferro, è necessaria l’autorizzazione sismica del genio civile, autorizzazione che ancora manca. Il progetto è già pronto e si attende solo questo necessario passaggio burocratico: nessuno può pretendere, neanche con insulti o altro tipo di pressioni, che il sindaco o chiunque altro in Comune vada avanti senza rispettare l’iter di legge. Solo per amore della verità, vorrei ricordare ai tifosi nerazzurri e anche alla società, la quale ben conosce tutti i dettagli della vicenda, che questa operazione è già costata alle casse municipali circa sessantamila euro (compresa la manutenzione del manto erboso) e che ne costerà altri centocinquantamila, già stanziati in bilancio, oltre al contributo concesso al Gladiator dallo stesso Comune. Va bene la tifoseria, va bene la voglia di uno stadio più dignitoso e adeguato ai successi della squadra, ma gettare fango e strumentalizzare un normalissimo iter burocratico desta dei sospetti che, francamente, intendo tenere lontani, soprattutto se si finge di dimenticare che questa operazione costa all’intera collettività sammaritana un bel po’ di euro, spesi per dare dignità alla squadra cittadina e per valorizzare quella proprietà comunale che è lo stadio”.