«Alle volte ci dimentichiamo che in Europa abbiamo giocato nel 2008 col Panionios. Eravamo sotto al Partenone ad Atene. Poi ci sono stati gli ottavi con il Chelsea e il Real Madrid», dice Aurelio De Laurentiis insomma, il patron non nasconde il fatto di subire un certo fascino davanti alla Champions League. «È molto più importante vincere la Champions che lo scudetto. Dal punto di vista dell’immagine che una squadra ha nel Mondo non c’è confronto. E Napoli ha già una bellissima immagine agli occhi del resto del Mondo». E si fa fatica a dare torto al presidente, proprio nell’anno in cui l’obiettivo Tricolore, quello sognato e agognato per oltre 30 anni sembra oramai a un tiro di schioppo. Alla vigilia della gara di andata degli ottavi di Champions in casa dell’Eintracht, non poteva certo mancare Aurelio De Laurentiis che si è presentato con il volto disteso e la voglia di non fare la parte della Cenerentola. Almeno non stavolta. Perché il suo Napoli, quello che ha costruito un mattoncino alla volta, ha l’occasione per farsi vedere bello e splendente non solo nel giardino di casa della serie A, ma anche nella sala d’onore del palazzo più prestigioso d’Europa. Insomma, la Champions è la Champions e porta con sé quel mix di fascino e storia che contagia. Il Napoli a questo banchetto ci si può sedere a pieno titolo. «Mi meraviglio che ci si stia eccitando per un Napoli che è sempre stato competitivo e soprattutto il più onesto», aggiunge ancora De Laurentiis che ne ha anche per i tifosi, quelli che a inizio stagione storcevano il naso dopo le cessioni illustri (Mertens, Insigne, Ospina, Koulibaly e Fabian) e l’arrivo di giocatori che all’epoca erano semi-sconosciuti e oggi sono diventati idoli. «Il tifoso ha sempre ragione e deve diffidare perché non sa. Molto spesso gioca a un calcio virtuale e fa delle scommesse. È giusto che dica la qualunque e noi che siamo dentro sappiamo come funziona». De Laurentiis incassa e rilancia. «D’altra parte sono tre anni che abbiamo puntato Kvara, ma non potevamo spendere 30 milioni in un momento come quello». Per fortuna, però, l’occasione si è presentata al momento giusto e ora sia lui che i tifosi si possono godere la grande bellezza di questa Napoli formato Champions. «Non mi sono mai nascosto, e infatti il 30 maggio scorso dissi che avremmo lottato per lo scudetto», aggiunge sornione, ma anche soddisfatto per la lungimiranza delle sue parole e delle sue scelte. Qualcuno ricorda la faccia di Spalletti, seduto accanto a lui: una faccia che faticava a trattenere una smorfia di incertezza. «Gli allenatori sono bravi tutti quanti, ma hanno il ruolo di allenare e noi per fortuna ne abbiamo uno che lo sa fare bene. Non si può mica pretendere che conosca anche tutti i giocatori nel mondo? Non è quello il mestiere dell’allenatore. Loro devono essere concentrati sulle partite, non sul mercato». E oggi il suo Napoli non è solo una squadra che vince, ma anche una squadra che diverte. «Il segreto è giocare divertendoci, se non ci si diverte che noia».