“Sono preoccupato, se i lavori al San Paolo non cominciano per fine mese rischiamo di non poter giocare al San Paolo le coppe europee del prossimo anno”. Così Alessandro Formisano, capo delle operazioni del Napoli, lancia l’allarme sulle lungaggini che stanno rallentando la partenza dei lavori di ristrutturazione obbligatori richiesti dall’Uefa per poter dare al club azzurro la licenza per ospitare le gare di Champions League o Europa League per la stagione 2013/14.
“Abbiamo presentato un cronoprogramma che prevedeva che i lavori cominciassero un mese fa. Questo mese di ritardo si poteva evitare”, ha aggiunto, amareggiato Formisano. Il programma di ristrutturazione necessari per l’Uefa prevede 25 punti, tra cui quelli più importanti sono i cupolini del tetto che si sono staccati nel corso degli anni (“in particolare quelli sopra la tribuna stampa che così è indecorosa”, ha sottolineato il dirigente azzurro), la rimozione di infiltrazioni d’acqua che provocano il deterioramento dei calcestruzzi e la ristrutturazione dei bagni della curva. Un pacchetto per cui il Napoli ha già provveduto da oltre un mese a stilare un cronoprogramma con tanto di preventivo, per una spesa di poco più di un milione di euro. Soldi che il Napoli anticiperebbe e verrebbero poi scontati dai canoni di locazione che il club paga mensilmente al Comune, proprietario del San Paolo. Già a metà febbraio, Formisano aveva avvertito della necessità di accelerare i tempi ma ora “siamo a fine marzo e non è cambiato nulla”. Per la verità il Comune di Napoli aveva recepito l’urgenza dei lavori, varando una delibera, ma ora manca una determina che dia il via libera alle operazioni. I giorni, le settimane, però, passano: “Se cominciassimo oggi – spiega Formisano – i lavori finirebbero il 30 giugno. Ma oltre fine mese non si può andare. Bisogna anche tener conto della difficoltà di aprire un cantiere dal lunedì al sabato e poi smontarlo quando c’é la partita e poi rimontarlo”.