Spalletti si era rovinato la vittoria con la Lazio gettando veleno su chi metteva in dubbio il carattere dei suoi, scegliendo lo schema a lui preferito: ovvero Luciano contro tutti. L’altra notte, dopo l’1-0 del Milan al “Maradona” è toccato proprio a lui cavalcare il dubbio, sostenere l’interrogativo di sempre: «Vincere è impossibile se non sai reggere la pressione». Frasi di interpretazione non univoca, ma succede, quando Spalletti è leggermente turbato. Un po’ di bavaglio se l’è tolto anche se non ha raccontato tutte le sue pene. I destinatari, comunque, a occhio sembrano gravitare nei dintorni di Insigne, Zielinski o giù di lì. Ma lui nomi non ne ha fatti. Ma è chiaro che chiede uno scatto in avanti, nella personalità. Non bisogna reagire sempre con severità quando c’è una sconfitta, ma almeno bisogna rendersi conto di cosa è accaduto e capire che non è certo così che si possono raggiungere traguardi come lo scudetto. Ed è ciò che più ha turbato il tecnico per qualche ora, perché è certo che questo Napoli non è distante né dal Milan né dall’Inter. I progetti di allegria non vanno in soffitta e Spalletti lo ha ribadito ai suoi, gettandoli già con la testa al Verona. Ricordando sempre il punto di partenza e soprattutto quello che era l’obiettivo: tornare in Champions League.

L’allenamento di ieri mattina non è stata una punizione: era tutto previsto. È oggi il giorno libero. Spalletti ha portato una torta per festeggiare il compleanno. I nodi cruciali non sono stati toccati nel discorso alla squadra che è stato, volutamente, generale e finalizzato a gonfiare i cuori e riempire la stiva di autostima. La sintesi della chiacchierata a senso unico è che non è mica finita qui la corsa per lo scudetto, perché quello dell’altra sera è stato solo un inciampo. Perché – sottolinea il tecnico – ci sono ancora dieci partite e non c’è nessuno che va a gonfie vele. Peraltro, ha ancora spiegato, gran parte del primo tempo è stato giocato proprio come voleva lui. Con il Milan è stata la prima caduta in campionato del 2022 ed è vero che Spalletti non è tipo che sta lì a sciorinare numeri e numeretti, ma è un dettaglio non di poco conto che comunque il Napoli è la squadra che ha fatto più punti negli ultimi due mesi tra quelle che stanno lì davanti. Questo Napoli è ancora aggrappato al primo posto ed è una cosa che il tecnico azzurro rimarca. Ed è giusto che non molli nessuno con trenta punti ancora in palio. Nessun processo ai flop della serata, Zielinski e Insigne su tutti. Il polacco ha un calo evidente da qualche settimana, non è escluso che possa essere messo a riposo a Verona. Così come è evidente che anche il capitano, notte con la Lazio a parte, vive un momento difficile, forse perché non è semplice metabolizzare l’addio dall’Italia. Elmas e Lozano sono lì che scalpitano. Così come Anguissa che può essere l’alternativa a Fabian se questa settimana lo spagnolo dovesse ancora soffrire per la pubalgia. Spalletti ci penserà dopo aver staccato per qualche ora la spina: avrebbe sognato come regalo del suo compleanno il primo posto, ma certo non molla. La prova generale della settimana-tipo è proprio nell’allenamento che si è tenuto il lunedì: Ounas, Mertens, Elmas, Petagna hanno guidato la squadra che non è scesa in campo dall’inizio con il Milan e che ha affrontato una rappresentativa delle giovanili (non c’erano i big della Primavera che pure hanno giocato nel week-end). Gli altri, dopo un lungo defatigante, hanno scelto di assistere alla partitella dei compagni al bordo del campo numero 2, anche se avevano avuto il via libera a tornare a case terminata la loro seduta atletica. Un altro segnale che Spalletti ha assai apprezzato. Anche la società ha mostrato di credere ancora alla rincorsa per il primo posto.

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