“Mi ha molto colpito che nel suo discorso in Parlamento il premier non ha parlato di come creare occupazione e ha assunto la cancellazione dello tutele dei lavoratori, come faceva la destra”. A dirlo è il segretario Cgil Susanna Camusso, intervistata da Repubblica. Al giornalista che le chiede se Renzi sia di destra dice: “No”. E alla domanda se ritenga allora di destra le politiche del premier risponde: “non tutte, sarebbe sbagliato sostenerlo. Non lo è stato di certo il provvedimento sugli 80 euro. Ma l’articolo 18 è da sempre una bandiera della destra”. “Mi sembra sbagliata e grave – continua Camusso – l’idea che possa esserci una decretazione d’urgenza sui licenziamenti. Di certo con queste misure non crescerà il Pil, il Paese resterà in deflazione e non recupereremo il 25% di capacità produttiva che abbiamo perso. La logica scelta non è quella di aggredire le cause dell’economia ma solo attaccare il sindacato”. “Si assiste – afferma il segretario – a una rappresentazione distorta, come se il problema fossero le organizzazioni sindacali”. L’apartheid nel lavoro? “Vorrei ricordare che mai in Sudafrica si è pensato di superare l’apartheid peggiorando le condizioni della popolazione bianca. Si continua a perseverare nell’errore di ritenere che la perdita di competitività dipenda da quei diritti mentre invece è la precarizzazione e la mancanza di investimenti formativi” “ad aver contribuito al nostro declino competitivo”. L’ipotesi di sciopero generale? “In assenza di un confronto” sottolinea Camusso “non potremo che mettere in campo una grande mobilitazione, che mi auguro unitaria con Cisl e Uil. Nulla può essere escluso, nemmeno lo sciopero”.


 

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui