Una richiesta di giudizio immediato è stata avanzata dalla procura di Napoli nei confronti dell’ex parlamentare del Pdl Alfonso Papa e di suo padre, Giovanni Papa, nell’ambito dell’inchiesta su presunti rapporti con due imprenditori casertani ritenuti legati al clan camorristico dei Belforte. L’accusa contestata è di concussione in concorso, mentre è stata esclusa l’aggravante della finalità mafiosa, già annullata nell’agosto scorso dal Tribunale del Riesame. Sulla richiesta dei pm Henry John Woodcock, Celeste Carrano e Giuseppina Loreto, coordinati dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, si pronuncerà il gip Amelia Primavera. Secondo l’accusa, Alfonso Papa avrebbe ottenuto dagli imprenditori Angelo e Roberto Grillo somme di denaro, ma anche vacanze e un’auto di lusso, in cambio della promessa di appalti, in particolare nel settore delle pulizie. Secondo l’ipotesi accusatoria, Papa si offrì di intervenire presso il Consiglio di Stato per annullare una interdittiva antimafia che era stata applicata nei confronti di Angelo Grillo. Una misura cautelare a carico dell’ex parlamentare era stata annullata dal Tribunale del Riesame che aveva ritenuto insussistenti le esigenze cautelari confermando invece la validità dei gravi indizi di colpevolezza emersi nel corso dell’inchiesta.