Porcini cinesi venduti come ‘Made in Italy’: sono i funghi secchi l’ultima frontiera della contraffazione in campo agroalimentare. Il personale del Comando Provinciale di Milano del Corpo forestale dello Stato, su delega della Procura milanese ne ha sequestrate 6.000 confezioni, per un totale di cinque quintali, in Lombardia, Piemonte, Veneto e Campania.
L’ ”operazione Por-Cina” ha avuto inizio lo scorso mese di novembre, quando da un controllo amministrativo effettuato dal personale del Comando provinciale di Benevento del Corpo forestale dello Stato, in collaborazione con l’Ispettorato Micologico Dipartimento di Prevenzione ASL BN1, presso un locale punto vendita, è stata riscontrata la presenza di confezioni di funghi porcini secchi con l’indicazione del TMC (Termine Minimo di Conservazione) oltre il limite consentito dalla legge, che prevede una data di scadenza non superiore ai 12 mesi dal confezionamento. I funghi, distribuiti da un’azienda operante nell’hinterland milanese, venivano posti in vendita sugli scaffali dei supermercati con etichette che riportavano in modo esplicito il riferimento all’Italia come luogo di origine del prodotto ingannando cos i consumatori. I controlli si sono concentrati presso la ditta che commercializzava tale prodotto e che ha il suo laboratorio nel Comune di Lainate (MI), e hanno permesso di risalire all’origine cinese degli alimenti Le indagini proseguono, anche all’estero, in quanto una parte del prodotto, con la garanzia dello stemma tricolore, è stato commercializzato come ‘italian food’ nei cinque continenti.