«Il prossimo mercoledì Toni Servillo dedicherà un’intera giornata ad Afragola, incontrando gli studenti afragolesi al mattino e mettendo in scena la sera un recital di poesie il cui ricavato andrà in beneficenza». Lo annuncia il Sindaco, On. Mimmo Tuccillo, che all’indomani dell’Oscar conquistato dalla «Grande Bellezza» aveva invitato l’attore protagonista del film di Paolo Sorrentino, nella città che gli ha dato i natali 55 anni fa. «Sarà questa l’occasione per proporre al consiglio comunale il conferimento della cittadinanza onoraria a Servillo. Toni Servillo vive a Caserta, ma sente forti le radici con la città cui ha dato lustro nel mondo con la sua attività teatrale e cinematografica. Afragola – conclude il primo cittadino – ricambia con un affetto speciale questo legame e Servillo con enorme generosità ha accettato il nostro invito impegnandosi con un doppio appuntamento: prima tra i giovani delle scuole e poi a teatro, dove potrà raccogliere l’abbraccio caloroso di tutti i suoi concittadini». IL PROGRAMMA – Alle ore 9.30 Toni Servillo incontrerà negli spazi della Scuola Media Statale «Giovanni Ciaramella» gli studenti afragolesi, riuniti in una rappresentanza di 100 giovani per istituto. Parlerà ai ragazzi delle sue origini, della sua formazione e ripercorrerà le tappe della sua carriera attraverso un videoclip che sarà proiettato nell’auditorium dell’istituto. Alle 21 quindi, sul palco del Teatro Comunale Gelsomino, l’attore porterà il suo spettacolo «Servillo legge Napoli» e riceverà dalle mani del Sindaco Tuccillo un medaglione con l’effige di Ruggero il Normanno, fondatore della città di Afragola. Per espressa volontà dell’attore l’incasso della serata, appuntamento del suo tour teatrale, sarà devoluto in beneficenza. LO SPETTACOLO – «Toni Servillo legge Napoli», una produzione Teatri Uniti, è un viaggio nelle parole di Napoli, da Salvatore Di Giacomo a Ferdinando Russo, da Raffaele Viviani a Eduardo De Filippo, fino alla voce contemporanea di Enzo Moscato e Mimmo Borrelli. Ne emerge una fuga dalle icone più obsolete della napoletanità, ma insieme un bisogno perentorio di non rinunciare ad una identità sedimentata da quattro secoli di letteratura.

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