Slittano ancora le primarie del Pd in Campania. La decisione è arrivata dalla direzione regionale che, dopo un dibattito durato quasi cinque ore, ha accettato la proposta della segretaria regionale Assunta Tartaglione: si voterà il primo febbraio, perchè, ha spiegato il segretario, “vogliamo che le primarie si svolgano nella più ampia trasparenza possibile e quindi l’obiettivo principale del rinvio è fare in che si svolgano in serenità e con regole certe”. L’11 gennaio si trasformerà quindi in un Open Day dei circoli concluso da in cui un’assemblea dei segretari dei circoli stessi con la partecipazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio e del ministro per gli affari regionali Maria Carmela Lanzetta. Un rinvio’sopportato’ da Andrea Cozzolino, l’europarlamentare in campo per le primarie che, dopo un colloquio con il vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini ha spiegato che: “Non siamo in presenza di un annullamento delle primarie ma di una proposta di rinvio per ragioni tecnico-amministrative. Su questo un rinvio è accettabile ma altre ipotesi mi sembrerebbero delle forzature al processo democratico”. Una forzatura, ha sottolineato anche il parlamentare salernitano Fulvio Bonavitacola, vicino al sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, anche lui in campo per le primarie, che: “rischierebbe di spezzare – ha evidenziato – il dialogo con i cittadini, e sarebbe un segnale deleterio e molto negativo”. Durante il dibattito, però, molti interventi hanno sottolineato anche i motivi politici alla base del rinvio, come ha fatto Nello Masturzi, responsabile organizzazione del Pd regionale: “C’è una parte del partito – ha detto, spiegando di essere contro il rinvio – che è contro queste primarie o che vorrebbe aggiungere un candidato. Ma chi non vuole farle non propone poi l’alternativa”. Un concetto ribadito da Michele Grimaldi, ex candidato alla segreteria regionale: “Avrei voluto sentire – ha detto – qualcuno che avesse il coraggio di dire: le primarie non si fanno e stiamo cercando un nome che le superi”. E nella sua replica finale la stessa Tartaglione ha spiegato che il rinvio è dovuto anche al “momento di difficoltà del partito”, spiegando che il Pd è aperto anche a una discussione “su un candidato che unisca e che può essre anche uno dei due già in corsa”. E non son mancati gli accenti ironici, come quelli di Andrea America che ha definito la riunione come una “Cantata dei pastori – ha detto – che riflette lo stato del partito che da quando è nato in Campania non trova pace”. Il rinvio sposta quindi per la seconda volta la data della consultazione interna al centrosinistra che inizialmente erano state fissate per il 14 dicembre ed erano poi già state spostate all’11 gennaio. Un secondo rinvio che ha reso molto animato il dibattito interno. Oltre il rinvio è andato il renziano Francesco Nicodemo che ha spiegato come il Pd “Dovrebbe guardare ai destini generali della regione. Voglio sapere non chi si candida ma cosa il Pd vuole fare su rifiuti, sanità, fondi europei”, mene Enzo Cuomo, parlamentare dell’area popolare, ha posto il problema della “coalizione il cui quadro – ha detto – non emerge dalla relazione della Tartaglione e su questo trasferire di tre settimane la conta delle primarie non risolve il problema”